Fini non andrà alla manifestazione di piazza Pdl. Alemanno sì

Pubblicato il 10 Marzo 2010 - 12:58 OLTRE 6 MESI FA

Il Presidente della Camera Gianfranco Fini

Maggioranza e opposizione, dopo il pasticciaccio brutto delle liste, si contenderanno le piazze? Il ricorso alla protesta generalizzata ed eclatante, l’appello al popolo dell’una e dell’altra parte a manifestare nelle strade rischia di provocare un ingorgo più incasinato del week-end di Pasqua.

Intanto sono partite le convocazioni per la manifestazione del Popolo delle Libertà, compagine incidentalmente anche forza di governo. Si registra subito una prima importante, forse anche scontata, defezione. Gianfranco Fini non ci sarà: l’incarico istituzionale rappresenta una giustificazione più che valida per non partecipare, ma rischia di  essere letta come una prosecuzione indigeribile della sua fronda interna. “Il presidente della Camera non partecipa mai, in campagna elettorale, a manifestazioni organizzate dai partiti”. Così Gianfranco Fini ha liquidato i cronisti che gli chiedevano se avesse o meno intenzione di partecipare alla manifestazione organizzata dal Pdl e annunciata dal premier Silvio Berlusconi.

Diverso l’atteggiamento del sindaco di Roma Alemanno. “Certamente sarò in piazza, seppur nel rispetto del mio ruolo istituzionale, perché non posso ignorare quello che sta succedendo né sottrarmi a una presenza elettorale che è doverosa”. Così ha annunciato che il 20 marzo sarà in piazza per la mobilitazione annunciata ieri dal presidente del Consiglio dei ministri Silvio Berlusconi dopo lo stop alla lista del Pdl a sostegno della candidata del centrodestra alla regione Lazio Renata Polverini. “Nel rispetto della mia funzione – ha concluso – ai cittadini romani ho sempre detto che il fatto che tutti possano votare è un bene per la città. Bonino aveva dato segnali importanti parlando di rinvio ma subito il Pd l’ha stroncata. Questo è un fatto negativo perché poteva essere un’ipotesi per recuperare la situazione”.

Sull’altra sponda politica, Marco Follini, senatore del Pd, insiste ad argomentare l’inutilità della manifestazione di sabato e avverte il suo partito: “Mi permetto di insistere. Dopo i pronunciamenti del Tar e del Tribunale di Roma la manifestazione è come se l’avessimo già fatta. Tanto più che ora a scendere in piazza è Berlusconi. Io dico – chiude Marco Follini – lasciamo la piazza a lui e prendiamo le urne noi”. Con la sua battuta Follini fa il verso a un grande dirigente del Pci che di fronte a una piazza stracolma di militanti durante un comizio, chiosava: “piazza piena, urne vuote”.

Un no deciso allo “scontro di piazze” da Michele Vietti: la “parola definitiva” sulla querelle delle liste spetta ora agli elettori. Lo ha detto , capogruppo dell’Udc alla Camera, parlando con i cronisti a Montecitorio. “Berlusconi può manifestare solo contro se stesso – ha detto Vietti – e contro i suoi uomini che hanno fatto questo pasticcio”. “Noi comunque – ha proseguito – siamo cotnrari alla radicalizzare lo scontro in piazza. Noi diciamo che è ora di iniziare la campagna elettorale e di lasciare l’ultima parola agli elettori”.