Fini: “Non c’è nessuna congiura dei giudici contro il governo”, d’accordo anche Bossi

Pubblicato il 5 Maggio 2010 - 17:48 OLTRE 6 MESI FA
fini

Gianfranco Fini

“Non c’è nessuna congiura o accanimento dei giudici contro l’esecutivo”  e “in una democrazia, la libertà di stampa non è mai troppa”. Ad affermarlo è il presidente della Camera Gianfranco Fini, nel corso di un’intervista in diretta a Sky tg24.

Così facendo Fini replica direttamente alle parole di Silvio Berlusconi che ieri aveva detto che “in Italia c’è fin troppa libertà di stampa” e oggi che “il governo è vittima di una congiura”.

Più in generale Fini sconfessa, ancora una volta, il pensiero e la teoria principe di Silvio Berlusconi. Quella teoria, abbracciata anche da Claudio Scajola e da gran parte della maggioranza, per cui la magistratura e la stampa portano avanti una continua guerra contro questo governo. 

E su questo si trova per una volta d’accordo con Umberto Bossi che alla domanda di un giornalista risponde: “Congiura? Mi sembra che i magistrati facciano solo il loro lavoro”.

Ma Fini non si ferma qui. La terza carica dello Stato torna a parlare, a togliersi i sassolini dalle scarpe, a criticare le scelte della sua coalizione, ad attaccare “Il Giornale” e il premier Berlusconi.Sempre rivendicando il suo ruolo di “grillo parlante” perché, dice, “Io ho il preciso dovere di essere imparziale nella conduzione dei lavori dell’Aula ma proprio perchè non ho vinto un concorso, ho anche il diritto come i miei predecessori di avere delle opinioni politiche e porle all’attenzione nel mio partito».

Ddl anti corruzione. Per prima cosa Fini torna a chiedere un’accelerazione nell’iter legislativo del ddl anti corruzione, proprio alla luce delle ultime vicende che vedono implicato Scajola. “E’ stato un disegno di legge voluto dal governo – dice – quindi sarebbe bene che avesse una corsia preferenziale. Il direttivo del gruppo del Pdl non ha accolto la richiesta fatta dall’onorevole Bocchino spero che ci sia un ripensamento”.

Lega. Parlando del rapporto Pdl-Lega, Fini afferma: “La Lega è un alleato importante, con il quale il Pdl ha presentato un programma, ma è essenziale nel momento in cui si sta insieme non andare a rimorchio di un movimento rispettabilissimo ma che è presente in alcune zone del Paese”.

Il Giornale. Poi sul Giornale dice: “È evidente che c’è un conflitto di interessi in cui si trova l’editore de ‘Il Giornale'”. E parlando della libertà di stampa: “Il problema comunque non è quello della quantità della stampa, ma della sua qualità”. Anche se questa, spesso è “connessa alla qualità della politica”. Ed è anche vero, sottolinea, che vista la qualità della politica questa “farebbe bene a guardare se stessa prima di fare le pulci agli operatori dell’informazione”.

Fini ricorda dunque che il giornale appartiene alla famiglia del presidente del Consiglio e che questa non ha voluto mettere in discussione l’attuale direzione. “L’editore – afferma il presidente della Camera – ha ritenuto che fosse molto, molto importante avvalersi di uno staff che fa vendere migliaia di copie…”. Poi, a proposito del direttore del ‘Giornale’, Fini ribadisce che questo usa la “penna come se fosse una clava”. Il presidente del Consiglio, aggiunge il numero uno della Camera, “ha ammesso pubblicamente di essere consapevole dei problemi politici che quel giornale ha determinato, basti pensare alla vicenda Boffo”.

Ma, sottolinea Fini, “da un lato c’è l’interesse dell’editore, dall’altro c’è l’interesse del presidente del Consiglio, che sono nella stessa famiglia”. E anche questo, sostiene, “è un caso di conflitto di interessi”. E invece, conclude, “nel momento in cui si è chiamati a occuparsi dell’interesse generale va messo da parte l’interesse particolare”.

Federalismo. La terza carica dello Stato apre poi al federalismo fiscale ma con una postilla: servono garanzie sui costi e bisogna tutelare l’interesse nazionale. “Il federalismo – analizza – a certe condizioni è una grande opportunità. Deve tutelare l’interesse nazionale, non l’interesse legittimo ma particolare del Nord. Inoltre, sono ancora indefiniti i costi, ed è la vera grande questione. Bisogna mettere i conti nero su bianco”.

“Non sono tanto i contenuti del federalismo – aggiunge Fini – a essere indefiniti quanto i costi, questa è la vera questione e lo sanno anche i ministri leghisti. Io ho detto che non è il caso di divedersi su ‘federalismo sì, federalismo nò. Il federalismo è un’opportunità a certe condizioni: bisogna uscire dalla declinazione dei titoli e vedere quanto costa perchè in una prima fase potrebbe comportare un aumento dei costi, per cui con la situazione del Paese è possibile farlo?”.

Intercettazioni. “Sarebbe eccessivo non dare notizie come quelle che hanno riguardato il ministro Scajola – afferma poi Fini parlando delle intercettazioni – ma è altrettanto eccessivo pubblicare intercettazioni tra persone che non sono nemmeno indagate unicamente perchè si tratta di persone note alla pubblica opinione. Intercettazioni relative, per esempio, a vicende tutte personali e private”.

“Fra il giornalismo e il guardare dal buco della serratura – prosegue – c’è una bella differenza e questo non vuol dire mettere il bavaglio all’informazione. È certamente eccessiva la pena ma nello stesso momento in cui è un fuori-onda si presume che sia una conversazione carpita. Quindi: è corretto dare pubblica comunicazione di ciò che viene detto, dando per scontato che ciò che viene detto non è ascoltato? È sempre un problema di deontologia: tra gossip e giornalismo c’è una bella differenza. Uno è pettegolezzo, voyeurismo, l’altro è dovere di informare“.

Denis Verdini. A chi gli chiede, invece, se a suo avviso Verdini dovrebbe fare un passo indietro da coordinatore del Pdl il presidente della Camera risponde: «No. La storia recente è zeppa di episodi in cui dopo l’avviso di garanzia le accuse si sono dimostrate non sussistenti».

Unità d’Italia. Infine sulla necessità di impegnarsi per le celebrazioni avviate oggi per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia, analizza, “le posizioni della Lega Nord all’interno della maggioranza sono minoritarie ed isolate”. Non solo. “Non alziamo polemiche – avverte Fini – l’essenziale è che la Lega non intralci le iniziative del governo” volte a celebrare i 150 anni dell’unità d’Italia.