Fini: "Non mi dimetto. E rilancia Fli come partito della nazione"

Pubblicato il 10 Marzo 2012 - 20:24 OLTRE 6 MESI FA

VERONA – Gianfranco Fini non ha nessuna intenzione di dimettersi da Presidente della Camera e, a Pietrasanta, il prossimo fine settimana, terrà a battesimo la seconda fase del Fli, lanciandone l'immagine di partito della nazione. Ci mette lo spazio di un secondo, anzi del gesto secco della mano a Verona, dal palco del congresso veneto del suo partito, per smentire lo scenario sul suo futuro dipinto oggi dalle pagine del 'Giornale'.

Il quotidiano della famiglia Berlusconi dava Gianfranco Fini con la valigia in mano dalla Camera il prossimo autunno, per abbracciare a tempo pieno la causa del partito, in deficit di consensi elettorali. Pochi minuti e il 'giallo' si chiarisce con la smentita del portavoce Fabrizio Alfano. ''Le dimissioni del presidente della Camera Gianfranco Fini – taglia corto – sono solo il frutto di fantasie''. Piu' caustico Italo Bocchino: ''Lo ha scritto il Giornale? allora e' la prova che non accadra'.

Fini sara' presidente della Camera fino al primo giorno della prossima legislatura''. Al governo Monti il presidente di Fli conferma piena fiducia sino alla scadenza del 2013. ''Si assumerebbe una grande responsabilita' – avverte, parlando ad una platea non amplissima, ma che vede in prima fila, l'ex ministro Galan, l'ex parlamentare azzurro Fabio Gava e il coordinatore veneto dell'Udc Antonio De Poli – chi per qualche motivo dicesse 'basta si va a votare', perche' si fermerebbero anche i passi avanti fatti a livello internazionale''. Non fosse altro perche' il governo dei professori e' stato la pietra tombale ''dell'epoca delle promesse, dei programmi miracolistici, della bacchetta magica – dice Fini, senza nominare Berlusconi – La gente non crede a chi promette il paradiso, delegittima gli avversari e si impania in tutta una serie di problemi''.

Anche sulle vicende dei maro' arrestati in India e della morte di Lamolinara, Fini chiude la porta a ''polemiche strumentali'' verso il governo, sollecitando l'accertamento della verita' per entrambi gli episodi. Dell'esecutivo Monti Fini sposa anche le perplessita' sull'articolo 18, bollandolo come vessillo del passato. ''Fatti salvi i diritti per chi e' gia' assunto – chiarisce – per i neo assunti e' tempo di dire che l'articolo 18 e' un reperto archeologico: anziche' sulla uscita ci dobbiamo concentrare su come si entra nel mondo del lavoro''. E per le aziende chiede che a fare da volano alle nuove assunzioni non siano gli incentivi all'occupazione, ma l'abbassamento della pressione fiscale. Il presidente del Fli si concentra sulla Lega solo per chiedere una revisione del federalismo che tenga conto dell'attuale, difficile contingenza economica. ''Nel momento in cui ci sono meno risorse per lo Stato e quindi meno risorse destinate al territorio – ragiona – il meccanismo del federalismo comporta l'esatto opposto rispetto a quello per cui era stato congeniato: l'innalzamento delle tasse locali per garantire i servizi''.

La convenzione nazionale di Pietrasanta sara' chiamata a ratificare la fase due di Fli, quella di un partito per la nazione. Con Rutelli e Casini, Fini annuncia di voler avviare un progetto per l'Italia che dia risposte ai problemi del Paese, a partire dai giovani e dal cambiamento del mercato del lavoro.