Fini, la sconfitta. Due dei “suoi” vanno con Berlusconi, e Moffa scappa dall’Aula

Pubblicato il 14 Dicembre 2010 - 13:26 OLTRE 6 MESI FA

I numeri ora sono definitivi,  il presidente della Camera Gianfranco Fini ha perso. L’operazione “spallata” non è riuscita per tre voti, 314 a 311. Alla resa dei conti, Futuro e Libertà ha perso i pezzi. Due pezzi solo oggi, qualche altro negli ultimi giorni. Pochi ma sufficienti a tenere Berlusconi in sella, seppure con un “governo zombie”.

Ad annunciare il no è stata per prima la “colomba” Maria Grazia Siliquini, una delle più attive, ieri, nel tentare una soluzione che non passasse per la sfiducia. Non le è bastata nemmeno l’ultima offerta: il Cavaliere ha declinato, lei ci ha pensato la notte e l’ha seguito. Nel nome dell’unità del centro destra: che è polverizzata, ma lei, sola o quasi, ci crede ancora.

L’altra “diserzione” finiana è quella di Catia Polidori. Le ultime notizie la davano non presente in aula, invece la “colomba” ci è andata, ha appoggiato il governo scatenando, indirettamente, una quasi rissa. Al suo annuncio, infatti, Fabio Granata e Giorgio Conte stavano per venire alle mani. Si sono messi di mezzo i commessi di Montecitorio, quelli che da questa giornata accumuleranno centinaia di storie da raccontare a parenti ed amici.

Il borsino degli ultimi minuti, insomma, premia il governo. Non che la maggioranza sia reale. E’ però reale, “realissimo” che Fini ha perso perché, al dunque, due dei suoi gli hanno voltato le spalle.  “Ve lo dicevo che si sarebbero spaccati” ha detto a caldo Berlusconi.

Infine, per Fini, c’è anche la grana Silvano Moffa. Il più attivo delle colombe ha tenuto Fli col fiato sospeso saltando la prima chiama. Poi ha fatto sapere che avrebbe votato secondo le indicazioni di partito. Infine ha cambiato idea, non ha votato e ha chiesto, però, la testa di Italo Bocchino. La conta è appena finita, la resa dei conti è già iniziata.