Il day after di Fini, sereno e liberato in attesa del confronto del 29

Pubblicato il 26 Settembre 2010 - 21:10 OLTRE 6 MESI FA

Gianfranco Fini

Chi ha sentito oggi Gianfranco Fini lo descrive come ”liberato”, ”sereno”, dopo aver messo un punto alla vicenda Tulliani e fatto l’ennesimo appello ad azzerare veleni e polemiche per il bene pubblico. Diversi finiani parlano di ”rottura clamorosa” con il cognato Giancarlo Tulliani nel drammatico confronto di venerdì notte (lasciando capire che ancora oggi sarebbe inesatto definire quella di Fini come una tranquilla domenica di quiete familiare) e chiedono che adesso si parli solo di politica.

In una atmosfera di sospensione, si cerca perciò di decriptare i messaggi che arrivano dall’altra parte in risposta all’apertura di Fini. Nel silenzio ufficiale di Berlusconi, le posizioni di diverso segno lasciano l’amaro in bocca a quelli che, tra i ‘futuristi’, non avrebbero voluto l’ennesima apertura al dialogo. In diversi hanno perciò chiesto di potersi confrontare, ed il capogruppo Italo Bocchino convochera’, probabilmente per dopodomani, una assemblea del gruppo alla presenza di Gianfranco Fini. ”Per prima cosa – spiega un dirigente finiano – dovremo capire se Berlusconi accetta o meno che la risoluzione della maggioranza sia pensata, scritta e condivisa da Futuro e Libertà”.

Una questione di non poco conto, perché sarebbe l’accettazione esplicita, e finora mai avvenuta, della componente finiana come ‘terza gamba’ della maggioranza. Le colombe finiane sperano in tale esito, i meno moderati fanno invece chiaramente intendere che in caso contrario sarebbe difficile per i ‘futuristi’ votare ‘sic et simpliciter’ la risoluzione (sempre ammesso che il premier non scelga all’ultimo la via della fiducia). ”Noi abbiamo dato l’ennesima dimostrazione di non voler rompere il patto con gli elettori, anche a fronte delle operazioni di killeraggio che hanno tentato di distruggere Fini e che chiaramente dovranno comunque fermarsi – spiega un ‘futurista’ assai vicino a Fini -. Ma non ci si puo’ chiedere di portare acqua ad una maggioranza dalla quale si vuole tenerci fuori: la prova che si cerca veramente un clima diverso saranno le firme dei capigruppo, tre o due, in calce alla risoluzione”.

Di tutto si discuterà nell’assemblea e c’è chi, tra i più oltranzisti, si spinge ad immaginare un’uscita dei finiani dal governo nel giro di 20 giorni, se le cose dovessero prendere una brutta piega. ”Sentiamo cosa dirà Berlusconi, prima di decidere”, continua a frenare chi di una tale ipotesi non vuole neppure sentir parlare. E’ un fatto che Fini debba considerare, nelle sue scelte, di avere tra i suoi alcuni fedelissimi (i Ronchi, Menia, Moffa, Viespoli, Bonfiglio) che sono entrati in Fli soprattutto per il rapporto di fiducia con lui, ma che osteggeranno fino all’ultimo la rottura con il governo. Un passo falso potrebbe spingere questa pattuglia tra le braccia del premier, che non fa mistero di contare sui ripensamenti di chi ha scelto ‘Futuro e Liberta’.

I ‘futuristi’, intanto, accelerano sulla nascita del partito, che dovrebbe essere delineato entro fine ottobre (annunciandone modi e tempi il 6 e 7 novembre alla convention di Generazione Italia a Perugia)e vedere la luce forse a gennaio. Quanto al web-messaggio di ieri di Fini, i piu’ ne hanno trovato giusti fino in fondo i toni. ”Un intervento sofferto, autentico, umano, ma di stampo anglosassone, perche’ lui ha garantito che lascerà la Presidenza della Camera se fosse dimostrato che il cognato gli ha mentito – sintetizza Italo Bocchino, capogruppo Fli – ma al tempo stesso ha fatto capire agli italiani che e’ una persona onesta, che in 27 anni di politica e 20 alla guida di un partito non ha mai ricevuto neppure un semplice avviso di garanzia”.

Ma altri esponenti di Fli avrebbero gradito una presa di distanza ancora piu’ decisa di Fini dal signor Giancarlo Tulliani. E, in definitiva, anche da Silvio Berlusconi. Nel frattempo, da Vicenza, l’avvocato Ellero continua a seminare indizi sull’identità del ”vero proprietario” della casa di Montecarlo: risiederebbe in Svizzera, probabilmente nel cantone Ticino. Secondo il legale, Tulliani potrebbe aver fatto da mediatore con l’acquirente, dal quale si sarebbe fatto affittare l’appartamento dopo aver pagato i lavori di ristrutturazione. Ma l’unico che potrebbe sciogliere il mistero e’ Giancarlo Tulliani, che pero’ continua a tacere.