I finiani “steccano” la prima: la maggioranza “resiste” su Cosentino. Caccia ai “franchi tiratori”

Pubblicato il 22 Settembre 2010 - 13:25 OLTRE 6 MESI FA

La “prima volta” dei finiani con l’opposizione si è rivelata un “flop” (per usare le parole del deputato Pdl Osvaldo Napoli): i voti di Futuro e Libertà non hanno infatti impedito alla maggioranza di negare l’uso delle intercettazioni nei confronti di Nicola Cosentino. Il sottosegretario Francesco Giro è stato spietato nell’analisi: “Fli è morto nella culla”. Lo stesso Cosentino ha sottolineato che il governo Berlusconi è uscito “rafforzato” dalla votazione a Montecitorio. E ora è partita la “caccia” ai “franchi tiratori” che avrebbero “appoggiato” la posizione della maggioranza.

La questione dei “franchi tiratori” è stata tirata in ballo per primo dall’ex segretario del Pd Dario Franceschini: ”Sommando i gruppi dell’opposizione sono mancati circa 15 voti. In parte si sapeva già, ce n’è stato qualcuno più del previsto, del Pd nessuno”. Dunque Franceschini punterebbe l’indice contro qualcun altro: escludendo l’Italia dei Valori (che ha fatto della legalità il proprio vessillo), rimarrebbero Udc e Fli.

Ma il finiano Benedetto Della Vedova ha escluso che i “traditori” possano essere tra le fila di Fli: ”I parlamentari di Futuro e Libertà erano tutti presenti, non ho ragione di ritenere che qualcuno abbia votato in modo diverso dalle indicazioni del gruppo. Il Pdl ha dovuto chiedere il voto segreto per poter contare sui franchi tiratori di democristiana e antica memoria. Ed è arrivata a a 308 voti. Maggioranza salda con 308 voti, con voto segreto? Auguri”.

Escludendo dai calcoli sul voto il gruppo Misto, Api a parte, (e dunque 3 Liberaldemocratici; 3 delle minoranze linguistiche; 4 dell’Mpa; 4 di Noi Sud e 2 Repubblicani, cioè il cosiddetto “gruppo di responsabilità nazionale” di Francesco Nucara), la somma dei deputati presenti e votanti dell’opposizione e di Fli è di 297 (201 del Pd; 31 dell’Udc; 24 dell’Idv; 34 di Fli e 7 dell’Api), ovvero 12 in più rispetto ai 285 che hanno votato per l’autorizzazione sulle intercettazioni.

Per quanto riguarda la maggioranza, sommando ai 308 no le assenze e i deputati in missione, sarebbe stata raggiunta e superata la fatidica quota di 316, la maggioranza “tecnica”. Ai 308 voti contrari all’autorizzazione a procedere vanno infatti sommati 12 esponenti del Pdl assenti e in missione (tra gli altri in missione risultano Stefania Prestigiacomo, Franco Frattini e Mara Carfagna, oltre al premier Berlusconi) e 5 della Lega che non erano presenti per un totale di 325. Questo calcolo è confermato da Paolo Bonaiuti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio: “‘Se sommiamo quelli dei nostri che erano assenti o in missione si vede che abbiamo tranquillamente superato quota 320”.

Per quanto riguarda le presenze e le assenze, infine, va notato che Fli e Idv erano al gran completo (100% di presenze); seguiti dal Pd (97,5% di presenze: in missione, tra gli altri, Massimo D’Alema che è a New York); il Pdl è presente al 94,9% e la Lega al 91,5. Il gruppo più assente è quello dell’Udc (in Aula c’era il 79,4% dei deputati). Tra le otto assenze dei centristi al momento del voto c’erano quelle di Angelo Cera, Giuseppe Drago, Calogero Mannino e Saverio Romano.

Subito dopo il voto, sono scattate le reazioni: secondo il deputato Pdl Osvaldo Napoli, che ha definito “terremotata” l’opposizione ”l’esordio del gruppo finiano alla prima prova politica si è rivelato un flop”.

Il portavoce del Pdl Daniele Capezzone ha rincarato la dose contro Fini e i suoi: ”Da parte del gruppo Fli è venuto oggi un autogol, oltre che una scelta politica discutibile e sbagliata”.

Il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto, ha invece sostenuto che i deputati di Fli farebbero bene ad aprire una ”seria riflessione” su quello che lui definisce ”un errore sia sul terreno della scelta di valore, sia sul terreno della scelta politica”.