Fiscal compact, via dalla Costituzione. Massimo Mucchetti (Pd): i nostri 6 punti

di Redazione Blitz
Pubblicato il 28 Luglio 2014 - 09:04 OLTRE 6 MESI FA
Fiscal compact, via dalla Costituzione. Massimo Mucchetti (Pd): i nostri 6 punti

Massimo Mucchetti (LaPresse)

ROMA — Riforma Senato, maratona in aula. Massimo Mucchetti, del Pd, illustra a Lorenzo Salvia del Corriere della Sera la posizione dei dissidenti:

“Sono sei i punti sui quali cercheremo di migliorare il testo”

anche se premette che non sono tutti indispensabili:

“Non c’è una soglia minima e ci aspettiamo collaborazione da parte del governo”.

Massimo Mucchetti, che è presidente della Commissione Industria del Senato, spiega i sei punti:

1. Riequilibrio numerico tra Camera e Senato. Ho visto con piacere che Matteo Richetti non si scandalizzerebbe se i deputati dovessero scendere a 500. Sarebbe meglio arrivare a 315 ma capisco che il meglio può essere nemico del bene.

2. La formazione del Senato, che deve essere eletto dai cittadini e fra i cittadini.”

3. Le competenze del Senato.

4. L’immunità va limitata solo all’esercizio delle funzioni parlamentari dei senatori se eletti. Nessuna estensione automatica ai consiglieri regionali che dovessero entrare nel Senato.

5. Allargamento della platea chiamata ad eleggere il capo dello Stato. Bene coinvolgere i parlamentari europei ma ancora meglio se alla Camera si unisse un Senato eletto.

6. Fiscal compact: occorre togliere l’obbligo del pareggio di bilancio.

Chiede Lorenzo Salvia: non siete per il superamento del bicameralismo perfetto?

“Certo che lo siamo. Ma alcune competenze devono rimanere in capo al Senato, ad esempio sui diritti civili e religiosi o sui poteri di inchiesta. Per esempio, il governo dovrebbe rendere conto al Senato delle nomine nelle grandi società a partecipazione statale. Abbiamo chiesto al ministro dell’Economia e al presidente del Consiglio di riferire sulle valutazioni che hanno fatto in merito alla gestioni di Eni, Enel, Finmeccanica, Terna e sulle nomine dei rispettivi consigli d’amministrazione. Oggi nicchiano violando la regola. Domani tacerebbero legittimamente”.

Una domanda sul referendum finale proposto dal ministro Maria Elena Boschi:

“Maria Elena Boschi sembra un po’ distratta: dice che il numero legale viene garantito dalla maggioranza e da Forza Italia. Le vorrei ricordare che venerdì è stata proprio Forza Italia a non partecipare al voto sul decreto competitività e a votare contro il calendario accelerato dei lavori, passato con solo 5 voti di scarto grazie ai cosiddetti dissidenti del Pd che ogni giorno vengono insultati da Renzi”.

Renzi dice che Massimo Mucchetti, Corradino Mineo e Vannino Chiti non hanno mai preso un voto.

“Matteo Renzi ha la memoria corta. Chiti è stato il miglior governatore della Toscana, è un parlamentare di lunga esperienza. Di voti ne ha presi tanti. Quanto a me ho fatto il capolista al Senato su richiesta del Pd. Non ho chiesto nulla, ho lasciato il lavoro che amo e se questo è il ringraziamento…”.