Fiuggi, la platea di Forza Italia grida: “I vecchi a casa!”. In 6 applaudono Toti, Parisi: “Un altro Berlusconi non c’è”

di Silvia Cirocchi
Pubblicato il 9 Settembre 2016 - 20:57 OLTRE 6 MESI FA

 

Fiuggi, la platea di Forza Italia grida: "I vecchi a casa!". In 6 applaudono Toti, Parisi: "Un altro Berlusconi non c'è"

Fiuggi, la platea di Forza Italia grida: “I vecchi a casa!”. In 6 applaudono Toti, Parisi: “Un altro Berlusconi non c’è”. Berlusconi in un messaggio al convegno, ha distillato saggezza. Foto
ANSA/ANGELO CARCONI

Fiuggi: “L’Italia e l’Europa che vogliamo”. È il momento più atteso della giornata, l’intervento di Stefano Parisi.
Prima di lui Giovanni Toti che parla alla platea della necessità di avviare un percorso di rinnovamento:

“Bisogna ripartire da Meloni e Salvini, è la politica che ce lo chiede, -spiega il Presidente della Regione Liguria- con quella formula si vince.”
Poi prova a smorzare la polemica sulla vecchia classe dirigente che dovrebbe farsi da parte per dare spazio al rinnovamento:

“Il centro destra deve essere un contenitore accogliente, ci deve essere spazio per tutti; nuovi e vecchi.”

In sei persone lo applaudono. Non una di più.
Si percepisce l’imbarazzo tra i militanti e simpatizzanti.
Termina il suo intervento, il saluto con Parisi e le foto di rito.
Poi è il turno del candidato sindaco di Milano, presentato da Antonio Tajani:

“Parisi rappresenta una possibilità per allargare i nostri confini”.

E lui inizia così:

“Milano è stata un’esperienza straordinaria che mi ha dato la voglia continuare. Le idee nuove motivano la gente. La partecipazione dà energia -prosegue Parisi- ed è questa energia che mi ha fatto diventare un un politico. Non sono tecnico prestato alla politica, sono un politico e voglio portare il mio contributo. Il centro destra ha perso molto consenso ne Paese, 10milioni voti!”

Dalla platea si alza una voce “I vecchi devono tornare a casa!”

Parisi ignora e continua:

“I problemi da risolvere sono tanti: l’enorme problema immigrazione, quello del terrorismo internazionale, la stagnazione economica, la crescita zero.
Dobbiamo dare soluzioni. L’Europa ha fatto grandissimi errori, il liberalismo elitario calato dall’alto non è stato capito dalla gente.”
Poi parla dell’Italia:

“Lo Stato è ostile alla famiglia, all’impresa e alle persone.

Uno Stato che parte dal presupposto che ciascuno di noi è un evasore è uno Stato che ci sta uccidendo. Dobbiamo cambiare, ma deve essere un cambiamento profondo. Basta Renzi, certamente, ma noi dobbiamo un’alternativa. Altrimenti finisce che consegnamo il Paese in mano a Di Maio e a populisti pericolosi.”

Dopo l’attacco ai grillini affronta i problemi italiani:

“Il problema numero uno in Italia non è la legge stabilità, ma il debito pubblico che ci toglie la libertà.
Ridurre il peso della spesa pubblica per ridurre le tasse. Renzi ha aumentato la pressione fiscale sugli enti locali per farsi bello e dire che aveva i conti a posto scaricando tutto sugli amministratori locali. Occorre portare il federalismo municipale nel nostro Paese, devono essere i sindaci che mettono le tasse.”

La platea ascolta con grande interesse e lui incalza:

“Dobbiamo riportare le persone a far politica, nel futuro non ci sarà un leader ma una squadra, per ridare fiducia agli italiani. Un altro Berlusconi non c’è. E grazie a questa squadra noi potremmo chiedere agli italiani di non votare “contro” ma “per”. Potranno votare per noi, noi saremo l’alternativa.
Dobbiamo credere per primi che i nostri figli staranno meglio di noi, dobbiamo aver fiducia se vogliamo fare il cambiamento.”

In chiusura un accenno anche alla sua manifestazione che si terrà a Milano il prossimo fine settimana:

“Non ho invitato nessuno a Milano per evitare gaffe, sarà una manifestazione non contro la politica ma parleranno non politici. È un contributo che voglio dare a quest’area. Chi vuol venire è benvenuto.”

Il saluto finale riguarda anche gli alleati, rispondendo forse indirettamente all’auspicio di Toti di ricompattare con FI, Lega e Fratelli d’Italia:

“C’è urgenza di costruire un movimento liberale, moderato e popolare, solo allora poi ci potremo confrontare con alleati. Non il contrario.”
Applausi. Tanti. La gente gli chiede foto e i militanti cercano di capire se davvero possa essere lui la persona destinata a rilanciare un partito che non è certo in buona salute.
Aspettando Milano. Aspettando qualche annuncio importante. Forse.

Intanto Berlusconi distilla saggezza:

“Il populismo di estrema destra pur interpretando spesso giuste ragioni e giuste emozioni dell’opinione pubblica dà spazio a frange inaccettabili di estremismo e comunque non è in grado di esprimere un’alternativa di governo. Per questo finisce, anzi per paradosso, a favorire partiti e governi di sinistra”.