Indagato Fiorito, ex capogruppo Pdl Lazio: 109 “auto-bonifici” dai fondi del partito

Pubblicato il 12 Settembre 2012 - 13:08 OLTRE 6 MESI FA
Franco Fiorito, ex capogruppo Pdl alla Regione Lazio

ROMA – L’ex capogruppo Pdl della Regione Lazio Franco Fiorito è indagato dalla procura di Roma per il reato di peculato, nell’ambito dell’inchiesta sulla gestione dei fondi regionali assegnati al partito.

Fiorito, ex An, è nato ad Anagni (Frosinone) il 13 luglio 1971. In qualità di capogruppo, secondo il particolare statuto del Popolo delle Libertà, era anche tesoriere. Come tale gestiva i fondi che la Regione Lazio assegna ai partiti, una torta da 15 milioni di euro l’anno.

Riporta l’agenzia Ansa:

Al vaglio del procuratore aggiunto Alberto Caperna e del sostituto Alberto Pioletti c’è un’informativa delle Fiamme Gialle. L’inchiesta giudiziaria punta ad accertare se Fiorito abbia aperto alcuni conti presso banche spagnole, con denaro assegnato dalla Regione Lazio al Pdl, intestandoli a se stesso. Nel fascicolo processuale, oltre all’informativa del nucleo di polizia valutaria della Guardia di Finanza, c’è anche una segnalazione dell’Unità di informazione finanziaria (Uif) della Banca d’Italia su movimenti di denaro sospetto, trasferito all’estero, negli ultimi due anni.

Il suo più grande accusatore è Franco Battistoni, 45 anni, nuovo capogruppo del Pdl e proveniente invece da Forza Italia. Battistoni ha commissionato una relazione a due esperti, che hanno raccolto le anomalie che la filiale Unicredit della Regione Lazio ha segnalato alla Banca d’Italia.

Anomalie come quei 109 bonifici che in due anni sono partiti da uno dei conti del gruppo Pdl per finire sui conti correnti di Fiorito, di cui cinque all’estero, in Spagna. La carica dei 109, tutti di importo pari a 4.190 euro o 8.380 (il doppio). Totale 753.000 euro e tutti con la stessa causale “Articolo 8 della legge regionale 14/98”, che poi è una delle quattro voci di cui si compone lo stipendio mensile di 18 mila euro spettante ai consiglieri della Regione Lazio, riguardante “il rimborso delle spese sostenute al fine di mantenere il rapporto fra eletto ed elettore”.

Ma quei 753.000 euro erano del partito, pagati dai contribuenti. Così come gli altri quattro milioni di euro che le voci del bilancio Pdl non chiariscono a sufficienza, secondo il Fatto Quotidiano:

A seguire, sotto la voce “bonifici senza specifica”, viene riportata la cifra di 1 milione e 426 mila euro. E ancora, “assegni senza beneficiari”: 846mila euro. Per “fatture contributi assicurazioni e bolli auto”, invece, è stato speso un milione e 272 mila euro; per non parlare poi di altri 188 mila euro registrati sotto la voce “ricaricabili”, ossia i soldi che andavano su una decina di carte di credito prepagate. E infine, la bolletta Telecom di 11 mila euro e 618 mila euro versati per “collaboratori e consulenze”. Man mano che si va avanti però emergono anche altri dettagli. Come due bonifici che ad agosto del 2010 partono dal conto Pdl e vengono incassati da un’azienda titolare di alcuni resort in Sardegna. 

Nei documenti bancari ci sono infatti due operazioni con destinataria questa società: uno di 10 mila euro, e un altro di 19 mila. Tutti con causale “soggiorno dell’onorevole Fiorito”. Che ora dovrà spiegare, quanto meno ai suoi, se si tratta o meno di spese di rappresentanza, che coincidono con il periodo di pausa estiva. Come dovrà giustificare anche i 235 mila euro di prelievi in contanti. Ovviamente la regolarità di queste cifre verrà verificata dai magistrati. Certo è anche vero che Franco Fiorito era l’unico che poteva accedere a quei conti, soprattutto perché il regolamento del Pdl è diverso rispetto a quella di altri partiti. Infatti è l’unico gruppo in consiglio regionale dove la figura del capogruppo e quella di tesoriere coincidono.

Sullo sfondo c’è la guerra interna al Pdl fra ex An ed ex Forza Italia in vista delle elezioni del 2013 al Comune di Roma. Spiega sempre Il Fatto:

Fiorito è uno dei maggiori esponenti del gruppo che fa capo a Gianni Alemanno e al coordinatore regionale Vincenzo Piso. Ed è stato lui stesso che qualche tempo fa, attraverso la stampa, ha parlato di festini in costume con “donne semivestite” tra i suoi ex compagni.

Aveva annunciato una denuncia che ad oggi ancora non è arrivata in procura. E anche vero però che le accuse partono subito dopo la sua defenestrazione. Infatti da fine luglio è stato sostituito come capogruppo a seguito di un documento siglato da nove consiglieri del suo partito. Al suo posto è stato nominato Francesco Battistoni che attraverso una relazione ha reso noto alla Pisana la situazione delle casse del Pdl, che ad oggi risultano prosciugate.

Se qualcuno avesse dubbi sulla guerra in corso nel Pdl, li dissipa tutti Fiorito, come riporta Claudio Marincola sul Messaggero:

“Presenterò presto una denuncia in Tribunale dice sono solo falsità, non c’è niente di vero, presenterò un dossier così tutti capiranno chi è Battistoni e con chi abbiamo a che fare. Ha licenziato in tronco i 6 componenti della mia segreteria dopo essere stato eletto in modo illegittimo”. 

E i conti correnti? “L’unico conto che ho aperto è a Tenerife dove viveva mio padre e sul quale ho versato non più di 4 mila euro”. E le auto pagate 90 mila euro? “Altre falsità, lo proverò, ho noleggiato una Bmw finché la Regione non mi ha fornito un’auto di servizio senza alcun costo aggiuntivo per il gruppo”. 

Primo eletto con oltre 27 mila voti di preferenza, Fiorito, ex sindaco di Anagni, ha il suo bacino nel Frusinate. I contrasti con il “viterbese” Battistoni avevano spinto in un primo tempo il partito a derubricare lo scontro come una “faida tra province”. Una bega tra personaggi di seconda fascia assurti a leader a causa della mancata presentazione della lista Pdl a Roma. Uno scontro che però al suo interno ne contiene uno più grande, quello che cova tra la componente che fa capo al Commissario Ue Antonio Tajani e quella che ha come stella polare il sindaco Alemanno.