Fratelli Craxi: “Se papà capo dei ladri, Amato vice-ladrone”

Pubblicato il 17 Aprile 2013 - 14:07| Aggiornato il 22 Gennaio 2023 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – I fratelli Craxi: “Se papà ladro, Amato vice-ladrone”. Si erano tanto odiati, ma il tempo sana le ferite e restituisce il giusto senso alle cose. I fratelli Craxi, ascoltati a distanza dal Fatto Quotidiano tipo intervista doppia delle Iene, se hanno qualche livore residuo nei confronti dell’ex aiutante di campo del generale Bettino, lo nascondono bene. Sulla storia del Psi delle tangenti non hanno, ovviamente cambiato opinione. Dice Bobo: “Parliamoci chiaro: se mio padre era un criminale lo era anche Giuliano Amato”.

Ribadisce Stefania: “Papà a capo di un partito di ladri? E allora Giuliano era il vice ladrone”. Quindi, perfetta identità di vedute sulla questione morale. E anche su quella più specificamente politica, le distanze sono assai ridotte, quasi impercettibili. Non si discute delle capacità intellettuali di Giuliano Amato, la fama di Dottor Sottile non è affatto usurpata. Sulle qualità di leader invece perplessità restano.

“Come presidente della Repubblica dovrebbe trovare quella franchezza che gli è mancata in passato. Perché al Quirinale serve un uomo risoluto: e infatti avrei preferito D’Alema“, taglia corto Stefania Craxi. “Come politico, ha sempre avuto manchevolezze. E per natura non è mai stato interamente partecipe della vita politica del partito, tanto meno della sua fine. Non voleva certo andare a sbattere contro un muro” sostiene Bobo che, a sorpresa, sembra meno indulgente della sorella, notoriamente più bellicosa nella difesa della memoria del padre e intransigente, fino ad ora, nella condanna  dei comunisti, “carnefici” del padre. Un’era geologica è passata nel frattempo (solo un anno fa Stefania Craxi inviava al Corriere della Sera una lettera indirizzata a Giuliano Amato, “L’Italia con te ha perso la vita democratica dei partiti e del Paese stesso”).

Come prenderebbero i socialisti la sua elezione a capo dello Stato? – domanda Beatrice Borromeo, l’intervistatrice. Bobo: “Non sarebbe una tragedia. Certo, non isseremmo le bandiere, ma non metteremmo nemmeno il lutto al braccio. Amato alla fine è come il grigio: va bene per tutte le stagioni”. Stefania: Sarebbe il terzo socialista che sale al Quirinale, dopo Saragat e Pertini. Ne sarei lieta. All’epoca non ebbe la forza di risollevare il Psi, se oggi diventasse capo dello Stato non potrebbe più…”