Ipotesi fusione tra Pd e Idv. Di Pietro detterà le regole a sinistra?

Pubblicato il 6 Febbraio 2010 - 21:06 OLTRE 6 MESI FA

Una fusione tra Pd e Idv, non subito ma è di fusione che si parla. Ma chi tra i due partiti detterebbe le regole? Il partito minore o il maggiore? L’Idv o il Pd?

Come andranno le cose forse si può intuire dall’ovazione che Vincenzo De Luca ha ricevuto salendo sul palco del congresso dell’Italia dei Valori di oggi, 6 febbraio. Il candidato del Pd alle regionali in Campania ha ricevuto il benestare dell’assemblea all’unanimità, scartando perciò l’ipotesi di un voto dei delegati.

Un sostegno interessato, visto che il sindaco di Salerno ha dovuto sottoscrivere pubblicamente il “codice etico” che il partito di Di Pietro gli ha proposto in cambio, guarda un po’, del proprio appoggio alle elezioni di marzo. In Campania quindi è ancora il partito con l’8% ad essere l’ago della bilancia. Senza l’Idv, infatti,  l’alternativa al candidato del Pdl sarebbe stata a dir poco fiacca.

Anche Pier Luigi Bersani è stato accolto con un lungo applauso sul palco dell’Hotel Marriot. tanti gli scatti dei fotografi per immortalare l’abbraccio tra i due leader, ma subito dopo la precisazione di Di Pietro: «La fusione con il Pd non è una prospettiva immediata. Certo, se qualcuno mi chiede di andare in Paradiso ci voglio andare, ma al momento siamo in Purgatorio e lavoriamo per una grossa Idv».

Un Antonio Di Pietro in versione nocchiero per guidare la nave dell’Italia dei Valori dalla sponda della protesta a quella dell’alternativa politica. Un Di Pietro che dismette il ruolo di capo carismatico, padre-padrone di un movimento di protesta e assume la responsabilità di far crescere un vero partito di opposizone. Pronto il passaggio del testimone all’ex Pm di Catanzaro Luigi De Magistris che ringrazia per poi umilmente rientrare nei ranghi.

Bersani ha commentato con favore l’intervento di Di Pietro: «Bisogna poco a poco costruire l’alternativa e bisogna che ognuno se ne carichi la responsabilità». E «su questo», ha aggiunto il leader del Pd, «Di Pietro oggi ha detto parole molto chiare». «Da quando sono segretario – ha detto anche Bersani – ho detto una parola: alternativa, alternativa di governo, diamo un’altra possibilità agli italiani. L’alternativa è una parola che contiene la parola opposizione, la parola opposizione non contiene di per sé l’alternativa». «Quindi è più importante dire alternativa – ha aggiunto il leader del Pd. Ovviamente mi fa molto piacere che l’Italia dei valori abbia fatto un passo netto in questa direzione».

Su questo non c’è dubbio, Di Pietro, che ha annunciato che lascerà nel 2013, non vuole invecchiare «facendo opposizione a Berlusconi aspettando che vada in pensione. Abbiamo dimostrato che sappiamo fare opposizione ma, come dice il mio amico Bersani, di opposizione si muore. È il momento dell’alternativa». Per questo vuole che il suo partito si faccia grande per raggiungere l’obiettivo principale «ripulire la piazza e gettare a mare il governo Berlusconi».