Inchiesta G8, De Lise ai Pm: quei 250 mila euro da vendita casa, ecco le carte

Pubblicato il 14 Settembre 2010 - 19:16 OLTRE 6 MESI FA
de lise

Pasquale De Lise

Quei soldi erano parte del pagamento di una casa venduta all’Argentario: il presidente del Consiglio di Stato Pasquale De Lise ha ribadito oggi davanti ai pm di Perugia, che lo hanno ascoltato come persona informata dei fatti, la sua spiegazione per l’assegno circolare da 250 mila euro finito sul suo conto il 16 luglio del 2009. ”Spero e penso di avere chiarito tutto” ha detto il magistrato. A riprova della sua ricostruzione, De Lise ha consegnato ai magistrati perugini titolari dell’inchiesta sulla presunta cricca degli appalti per i Grandi eventi copia del contratto di vendita dell’abitazione di Orbetello.

Un atto – stipulato presso il notaio Vassalli il 30 giugno del 2009 – nel quale, come prevede la legge, sono indicati i numeri degli assegni circolari utilizzati per il pagamento. Ad acquistare la casa fu Maria Chiara Scoca, figlia dell’avvocato Franco Gaetano Scoca. Circa un milione di euro il prezzo complessivamente pagato. Immobile costruito ”agli inizi degli anni Settanta” aveva sottolineato nei giorni scorsi lo stesso presidente del Consiglio di Stato. ”Un fatto non secondario” secondo De Lise che aveva rivendicato come, a proposito di ”case regalate”, quando venne edificata ”il signor Anemone (Diego, il costruttore al centro dell’indagine perugina – ndr) non era ancora nato”.

Oggi il magistrato ha rivendicato di essersi presentato spontaneamente ai pm di Perugia Sergio Sottani e Alessia Tavarnesi per essere sentito come persona informata dei fatti. Non e’ voluto entrare nel merito della deposizione durata circa quattro ore, ma ha sottolineato che ”ci sono i dati di fatto”. ”De Lise ha riferito alla procura elementi utili per accertare la verita”’ ha sottolineato l’avvocato Francesco Gatti che ha accompagnato il magistrato senza comunque assistere alla testimonianza. Nel corso della lunga deposizione, a De Lise sono state mostrate le trascrizioni di alcune intercettazioni di telefonate con l’ex presidente del Consiglio dei lavori pubblici Angelo Balducci (il cui telefono era sotto controllo, mentre le utenze del magistrato non sono mai state controllate dagli inquirenti).

I pm perugini hanno inoltre chiesto al presidente del Consiglio di Stato chiarimenti in merito al genero, l’avvocato Patrizio Leozappa, consulente legale di Anemone e Balducci nella controversia sugli appalti per i Mondiali di nuoto a Roma. De Lise si sarebbe comunque limitato a prendere atto della situazione. ”Fa l’avvocato e ha i clienti che ha. Mia figlia l’ha conosciuto quando erano studenti alla Luiss. Non mi sono mai intromesso nei loro rapporti” aveva detto De Lise nei giorni scorsi. Nessuna domanda sarebbe stata invece rivolta al magistrato riguardo al periodo in cui presiedeva il Tar del Lazio. (ANSA).