Galan: “Sono disoccupato, non ho nemmeno i soldi per giornale e caffè”

Pubblicato il 14 Novembre 2011 - 08:43 OLTRE 6 MESI FA

Giancarlo Galan

ROMA – “Stamattina ho chiesto a mia moglie un soldo. Le ho detto, amore, è per il caffè, i giornali…”. Il ministro Giancarlo Galan racconta alla Stampa la sua vita da “disoccupato” e di come la moglie glieli abbia dati: “Però mi ha detto che devo mettermi a fare qualcosa”. Galan si è dichiarato nell’intervista: “amareggiato, avvilito, indignato… – e spiega -.  Con quelli che nella vita non hanno mai fatto niente di buono e ci trattano peggio dei delinquenti. Urlano, sputano, tirano monetine. Lo so che anche l’asino tira un calcio al leone ferito, ma non pensavo che gli asini fossero tanti. E dovrei fare un governo con quelli?”. Quelli sono gli esponenti del Pd, ma anche gli altri contestatori.

Galan parla poi del suo collega Giulio Tremonti: “Non lo perdonero’ mai. Ho visto da parte sua un’arroganza, una protervia. Ci ha trascinati nel baratro. Non e’ dei nostri, non ha mai fatto parte della nostra squadra”. In merito al governo tecnico, ”faccio una previsione. Mario Monti diventa premier, il giorno dopo Mario Draghi compra 30 miliardi – dico una cifra a caso – del debito, lo spread si dimezza e tutti a gridare: miracolo!”, dichiara l’ex governatore del Veneto. ”E’ colpa nostra, che’ i poteri forti dovevamo spazzarli via. I grandi banchieri. La finanza internazionale. Le multinazionali”.

Nell’intervista Galan ribadisce la lealta’ nei confronti di Berlusconi. ”Sono con lui da 27 anni, gli devo tutto e, per quante sciocchezze abbia fatto, e’ ancora il migliore di tutti”. L’altro giorno – racconta – al Consiglio dei ministri avrei voluto dirgli qualcosa, ma mi veniva da piangere, e siccome mi vergognavo, sono stato zitto. Ma vedevo intorno a me tanti ministri che gia’ pensavano al loro futuro”. Adesso, dice, ”radunero’ i trenta amici piu’ cari per riprendere la mia guerra, quella per portare un po’ di liberalismo in questo Paese. Non ci resta che ripartire da Berlusconi, poi si vedra”’.