Gas, l’illusione della guerra gratis. Salvini coccola il miraggio del condono

Gas, varie forme di unica illusione: la guerra gratis. Prezzo del gas fisso e fissato dal governo, e la differenza chi la paga? Azzerare l'Iva, tutti energivori...E il condono putiniano vagheggiato da Salvini a seguito dello sfilarsi italiano delle sanzioni alla Russia.

di Lucio Fero
Pubblicato il 24 Agosto 2022 - 10:01 OLTRE 6 MESI FA
gas foto ansa

Gas, l’illusione della guerra gratis. Salvini coccola il miraggio del condono (foto Ansa)

La Russia è un paese in guerra, a suo stesso ufficiale dire, contro l’Occidente. Guerra che si combatte in Ucraina ma che, con orgoglio, Mosca rivendica come guerra contro l’Occidente immorale, marcio e destinato a deperire. La Russia è il paese che detiene le fonti e le vie di trasmissione del gas che una parte dell’Occidente, l’Europa, ha usato finora come vero e proprio alimento energetico.

Le due cose non possono pacificamente stare insieme: lo stato di guerra, guerra dichiarata, guerra anche solo economica, comporta necessariamente che il gas venga usato come arma dalla Russia. E comporta necessariamente che l’uso di questa arma faccia danni sui suoi bersagli: l’Europa, l’Italia, le nostre aziende, case, bollette. Eppure gran parte della pubblica opinione segue, anzi esige che la comunicazione politica e sociale indichino come obiettivo primario e raggiungibile quello della guerra gratis.

Franza o Spagna…purché gratis

Sono in atto varie forme di illusione programmatica sulla possibilità di una guerra gratis. Una è quella dei cosiddetti “prezzi amministrati” del gas. Dove amministrati sta per fissati dal governo. Bello, però chi paga la differenza tra il prezzo reale del gas e quello fissato per calmiere dal governo? L’illusione dice: nessuno. La realtà dice: il prezzo fisso e fissato dal governo, la differenza la paga lo Stato. Il che per l’italiano medio continua a significare che non paga nessuno.

La favola bella del prezzo del gas fissato basso dl governo e senza che nessuno paghi la differenza la raccontano da Fratoianni e Landini passando per Conte e arrivando fino a Salvini. Questi i principali narratori ma nessuno degli altri si sottrae. Tranne in parte Calenda che però non ha il bisogno elettorale di raccontare balle all’elettore e anzi fonda la sua campagna e propaganda sullo smontaggio delle illusioni, almeno quelle economiche.

Azzerare l’Iva e tutti energivori

Altra forma di illusione sulla guerra gratis: niente più Iva sulle merci di prima necessità (cioè fermare l’inflazione per decreto) e crediti di imposta (cioè rimborsi fiscali) alle aziende energivore, con fondamentale corollario che allarga, allarga e allarga l’ambito delle energivore. Insomma lo Stato che va a spendere decine di miliardi per pagare la differenza tra costo reale del gas e prezzo amministrato del gas deve essere lo Stesso Stato che va segare non poco il gettito fiscale rinunciando all’Iva e distribuendo esenzioni fiscali. Bello, bellissimo. Aggiungere aumento generalizzato stipendi e diminuzione generale delle tasse e più Bonus per tutti. E così l’idea della guerra gratis è compiuta, perfetta, onnicomprensiva.

Salvini il coccolatore

Salvini di teoria della guerra gratis ne ha una radicata e a suo modo perfezionata, in sintesi farla finita con le sanzioni alla Russia e quindi la Russia ci ridà il gas, quanto e al prezzo di prima e scusateci per l’equivoco. Nel magico mondo di Salvini la guerra diventa gratis sfilandoci dalla guerra. Se la combattano, se vogliono, russi e ucraini. Nel magico mondo di Salvini l’Italia è con l’Occidente, ci mancherebbe altro. Ma con l’Occidente sta secondo i suoi principi e valori, primo fra tutti il gratis. Niente armi e soldi all’Ucraina, niente sanzioni alla Russia e il gas tornerà e saranno bollette magicamente decapitate dai rincari. Magari fosse solo una favola elettorale, Salvini crede davvero che un confronto-scontro di dimensioni quasi planetarie sia fatto in fondo della stessa materia di una cartella esattoriale da appallottolare o di uno sconto da ottenere quando compri una casa, un’auto, un vestito…

Quanto costerebbe il tirarsi fuori italiano?

Facciamo, in ipotesi, alla Salvini: l’Italia fuori si chiama dalle sanzioni alla Russia. Puti quindi ridà il gas a prezzo basso solo all’Italia? E da dove lo farebbe passare questo gas condonato solo all’Italia, da un gasdotto volante sul resto d’Europa? E il resto d’Europa che ci finanzia al ritmo di una quarantina di miliardi annui da qui al 2026 continuerebbe gentilmente a darceli come premio per esserci sfilati? E altro premio allo sfilarsi italiano: la Bce continuerebbe a pagare il costo di un nostro spread troppo alto e quindi a permetterci di far debito? Quanto costerebbe alle nostre aziende e botteghe e case e bollette lo sfilarsi insieme ingenuo e furbetto di cui è impastato il Salvini pensiero/programma? Molto, molto più di ogni condono putiniano.

Draghi ci ha messo 30 miliardi, Meloni e Salvini dicano quanto e dove

Nella rimozione generale scompare o quasi il dato dei miliardi che il governo Draghi ha speso per alleviare il caro bollette e il caro energia: finora 30 miliardi. Non proprio noccioline. Sarebbe simpatico se in campagna elettorale i probabili vincitori e governanti, Meloni e Salvini, dicessero quanti miliardi ci metteranno loro e dove li andranno a prendere. Domanda impertinente: che bisogno c’è di metterci miliardi e dire dove si prendono quando lì, a portata di illusione, c’è la guerra gratis?