Gasparri: a Trieste pagato il prezzo anche di aggressioni continue alla Polizia 

di Marilena D'Elia
Pubblicato il 6 Ottobre 2019 - 08:00 OLTRE 6 MESI FA
Maurizio Gasparri

Gasparri (nella foto): a Trieste pagato il prezzo anche di aggressioni continue alla Polizia

ROMA-“Queste due vittime forse pagano il prezzo della continua aggressione alle Forze di polizia, i cui interventi vengono sempre criminalizzati.

La tragedia di Trieste fa capire come si deve agire in alcuni casi. Se ci fosse stata maggiore severità nei confronti del dominicano assassino, forse non sarebbe stato in condizione di strappare una pistola e di uccidere due poliziotti.”

E’ il commento del senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri alla vicenda dei due agenti di Polizia uccisi in Questura a Trieste il pomeriggio del 4 ottobre. L’assassino, un uomo dominicano con problemi psichici, era stato condotto in Questura per avere rubato uno scooter. A chiamare la Polizia lo stesso fratello dell’assassino, anch’egli portato in Questura insieme al fratello con la volante in servizio. All’interno si è scatenata la furia del dominicano arrestato che ha ucciso due agenti e ne ha ferito un terzo con le pistole di ordinanza sottratte dalla fondina delle due vittime.

E proprio la facilità con cui sono state sottratte le pistole dei poliziotti è al centro delle polemiche e ha provocato la reazione del Sindacato Autonomo di Polizia (Sap) che torna a chiedere più tutele e più sicurezza per gli agenti in servizio. Stefano Paoloni, segretario generale del Sap, ha dichiarato:  “E’ da tempo che chiediamo a gran voce dotazioni idonee come il taser” e  si chiedono fondine per pistole antistrappo, sistemi di blocco brevettati in cui basta un tocco di pollice per impedire a terzi di impossessarsi dell’arma di servizio e dei gap sottocamicia, giubbotti che si indossano più agevolmente di quelli tattici e che proprio in circostanze come queste potrebbero salvare delle vite

“Quando è stato ucciso Cerciello, il carabiniere assassinato da due americani nel quartiere Prati, a Roma, molti si sono lamentati dell’immagine di uno dei due assassini bendato in caserma” 

continua il senatore Gasparri riferendosi all’immagine di Gabriel Christian Hjorth, il diciottenne americano accusato di complicità nell’omicidio del carabiniere Mario Cerciello Rega ucciso a Roma mentre svolgeva il suo lavoro nella notte tra il 25 e il 26 luglio. A togliergli la vita 11 colpi inferti da Finnegan Lee Elder che impugnava un coltello da marines dotato di una lama di circa18 centimetri, una vera e propria arma militare (che l’Autorità sulla sicurezza dei trasporti (TSA) degli Stati Uniti permette di portare nei viaggi in aereo, sebbene in stiva).

“Processi, accuse, denigrazioni. Potremmo citare molti casi. Gli assassini di questi due poliziotti non sono soltanto quelli che hanno strappato loro una pistola e li hanno ammazzati. Sono tutti quelli che ogni giorno aggrediscono le forze di polizia. Che si indignano per una persona bendata in una caserma. Che alimentano ricostruzioni false anche nelle sedi giudiziarie.

Gli assassini di questi due poliziotti a volte sono anche quelli che straparlano in procure e tribunali, hanno la penna in mano, hanno il linguaggio di chi ha messo molti esponenti delle forze dell’ordine nella condizione di non sapere come agire e come intervenire, perché l’autorità è stata minata, perché ogni tipo di intervento viene criminalizzato, sia in occasione di fermi che in occasione di ordine pubblico.

Ovviamente chi indossa una divisa deve rispettare la legge. Ma chi non la indossa deve rispettare l’autorità delle divise e non partecipare al coro di denigrazione che, lo ribadisco, alimenta la mano degli assassini.

I morti di Trieste devono essere onorati con un processo rapido, non solo ai loro assassini, ma a tutta la canea di gente che va a visitare in carcere gli assassini americani e che criminalizza ogni atto delle forze di polizia.

Gli assassini sono tanti, non solo quelli che agiscono, alimentati da troppi loro sostenitori, consapevoli o inconsapevoli”, conclude Gasparri.

Capitolo Ius Culturae.

“La sinistra – dice Gasparri – con istinto politicamente suicida, insiste nel voler votare subito lo Ius culturae-soli. Ribadiamo che la cittadinanza facile agli immigrati è l’ultima delle emergenze italiane. Nel nostro Paese gli stranieri superano largamente il 10% della popolazione. Ma compiono il 33% dei reati. Nel nostro Paese ogni anno circa 200 mila stranieri acquisiscono la cittadinanza. Il che conferma che le nostre leggi sono fin troppo aperturiste”.

“Semmai – continua Gasparri – va introdotto, al momento della concessione della cittadinanza, un esame per verificare una adeguata conoscenza della lingua e dei principi fondamentali del nostro diritto. Nessuno spazio quindi per Ius culturae che apra la strada, in sostanza, allo Ius soli. È un argomento da respingere con convinzione e con fermezza. Semmai serve il contrario in Italia. Un vero diritto alla sicurezza. E lo diremo in occasione dell’esame della legge di stabilità. Serve almeno un miliardo per attrezzare le forze di polizia e per dotarle di armamenti e di strumenti adeguati alla nostra emergenza. Anche la tragedia di Trieste ce lo ricorda. Campagne di denigrazione delle forze di polizia hanno portato al moltiplicarsi delle tragedie. C’è un razzismo alla rovescia. Tutti i reati sono stati giustificati e minimizzati, enfatizzando, invece, tutti i comportamenti delle forze di polizia. Si accusavano i carabinieri di aver messo una benda ad un assassino americano. Se fosse stato bendato il dominicano non avrebbe strappato la pistola e non avrebbe ucciso due poliziotti. C’è insomma da privilegiare il diritto alla sicurezza rispetto allo Ius soli ed altri argomenti pretestuosi. Ci sono due visioni della società a confronto. E Forza Italia non può che schierarsi dalla parte giusta. Quella della sicurezza contro l’immigrazionismo propagandato dalle sinistre”.

(Fonte: Ufficio Stampa Senatore Gasparri, ANSA)