Genova, Doria naviga a vista: l’Idv scalpita e la maggioranza zoppica

Il Porto di Genova (LaPresse)

GENOVA – Marco Doria ha vinto a sorpresa le primarie del centrosinistra, è stato eletto sindaco prendendo quasi il 50% dei voti al primo turno e quasi il 60% al ballottaggio, proviene da una delle famiglie storiche di Genova, è stato investito del ruolo di alfiere della rivoluzione arancione sotto la Lanterna, ma dopo i suoi primi passi da primo cittadino, è già in difficoltà.

Il consiglio comunale gli ha detto due sì importanti, ma a leggere i numeri si intravedono i problemi. Il primo è quello sull’aumento dell’Imu sulla prima e sulla seconda casa, disposto da Doria per tappare i buchi di bilancio: 39 consiglieri presenti su 41, maggioranza 24, favorevoli 21. L’Italia dei Valori ha votato compatta con l’opposizione (grillini, Lista Musso, Pdl, Lega Nord, Udc).

Doria ha cercato di minimizzare: ”Registro il voto negativo dell’Idv sull’Imu a Genova, lo considero un comportamento non positivo. Sarebbe stato meglio assumersi le proprie responsabilità e garantire un bilancio in pareggio”. Ma “Considero l’Idv ancora in maggioranza. La posizione del partito a livello nazionale contro l’Imu può aver influito a livello locale”.

Poi è stata la volta di un’altra decisione non banale, quella sul bilancio: qui i votanti a favore sono scesi a 20, e il bilancio è stato approvato solo grazie alle assenze nei banchi dell’opposizione.

Dopo i due sì, sono arrivati tre voti contrari. Anche qui c’è di mezzo l’Idv. Che ha presentato un emendamento per cancellare i premi ai 93 dirigenti comunali destinando gli 1,8 milioni di euro risparmiati alle vittime dell’alluvione che ha colpito la Liguria lo scorso novembre. Emendamento passato nonostante il parere negativo del sindaco, con 19 voti, fra i quali spicca quello del consigliere pd Salvatore Caratozzolo. Doria e la sua maggioranza sono andati sotto anche in un ordine del giorno che impegnava la giunta a non fare altri contratti con dirigenti esterni e a valorizzare quelli interni: qui con il sindaco hanno votato solo in 13, dall’altra parte si sono schierati in 24. Terzo schiaffo quello sull’impegno per il terzo valico ferroviario sulla linea Milano-Genova: si sono astenuti cinque consiglieri della lista Doria, uno del Pd e uno di Sel, mentre hanno votato contro i capogruppo della Federazione della Sinistra e di Sel.

L’impressione è che sarà molto faticoso gestire una maggioranza dove la componente più forte, il Pd (12 consiglieri) appoggia Doria con lo scarso entusiasmo di chi da Doria è stato sconfitto alle primarie (nelle quali il Pd aveva due candidati, il sindaco uscente Marta Vincenzi e la scalpitante Roberta Pinotti). Alla malavoglia del Pd si accompagna l’irrequietezza dell’Italia dei Valori, che si trova più spesso d’accordo con i grillini all’opposizione che con i colleghi di maggioranza. Poi c’è la sinistra-sinistra: Lista Doria, Sel, Fds. Su alcune questioni che diventano ideologiche, come la Tav ligure, Doria dovrà cercare maggioranze variabili. Non sarà facile, partendo da una maggioranza niente affatto bulgara di 24 consiglieri su 41.

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