Alemanno sull’inchiesta bus: “Non potevamo influenzare la gara. Mi ricandido”

Pubblicato il 26 Gennaio 2013 - 19:32| Aggiornato il 7 Maggio 2022 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – ”L’amministrazione non poteva avere influenza su questa gara, il potere d’influenza da parte nostra era zero”. E’ quello che ha detto il sindaco di Roma Gianni Alemanno nel corso di una conferenza stampa riguardo all’inchiesta sull’appalto di 42 bus per il corridoio della mobilità Laurentina. Secondo l’accusa sarebbe stata pagata una mazzetta da 600mila euro per dei filobus mai consegnati.

La gara ”è avvenuta nel 2009, tutto era già stato previsto e determinato prima di me”, ha aggiunto Alemanno. Parlando dell’imprenditore Edoardo D’Inca’ Levis, che in un interrogatorio da detto che i soldi della tangente per la commessa dei bus ”erano destinati alla segreteria di Alemanno” il sindaco ha detto: ”bisogna chiedere a questo signore perché ha citato la mia segreteria, perché dice ora questo”.

”Perché dice questo e perché vengono fuori queste storie chiedetelo a lui – ha aggiunto il sindaco – prima si è detto che Mancini era stato nominato ad dell’Ente Eur come contropartita per l’intermediazione, poi che aveva preso la tangente, ora si dice che c’entra la mia segreteria e fra un po’ verrà fuori che è stata mia madre”. ”Non permetterà a tutto questo di influenzare la campagna elettorale e i romani non si faranno influenzare. I romani giudicheranno mio operato. Resto in campo e non torno indietro per questo”, ha aggiunto Alemanno.

”Penso che Mancini non sia coinvolto in questa vicenda”, ha detto ancora Alemanno che, anzi, si è domandato il perché delle accuse all’ ex ad dell’Ente Eur, indagato nell’inchiesta sulla presunta tangente e dimessosi due giorni fa: ”A quale titolo veniva messo in mezzo?”. E poi ha aggiunto: ”Mancini è stato importante nella mia campagna elettorale”.

Mi ricandiderò e non tornerò indietro per colpa di queste confuse affermazioni. Credo che i cittadini romani non si faranno influenzare da queste sciocchezze – ha aggiunto – Lasciamo lavorare la magistratura ed evitiamo la battaglia mediatica”.