Giorgio Napolitano a Fausto Bertinotti: “Elezioni anticipate patologia italiana”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 24 Luglio 2013 - 10:05 OLTRE 6 MESI FA
Giorgio Napolitano a Fausto Bertinotti: "Elezioni anticipate patologia italiana"

Giorgio Napolitano a Fausto Bertinotti: “Elezioni anticipate patologia italiana” (Foto LaPresse)

ROMA – “Il frequente e facile ricorso alle elezioni anticipate è una delle più dannose patologie italiane”. Giorgio Napolitano, presidente della Repubblica, risponde così alle domande di Fausto Bertinotti in una lettera al Corriere della Sera.

La domanda dell’ex leader di Rifondazione comunista a cui Napolitano sente di dover rispondere

“riguarda quel che il presidente della Repubblica «non può». Ed è in effetti molto quel che egli non può, sulla base del ruolo e dei poteri attribuitigli dalla Costituzione repubblicana”.

Napolitano spiega di essere fedele al suo ruolo e scrive:

“Non posso certo «congelare» né «blindare» (termini, entrambi, di fantasia o di polemica a effetto) un governo ancor fresco di nomina — nemmeno tre mesi — che è, scrive Bertinotti, solo «una delle possibili soluzioni al problema del governo del Paese». Ma c’è bisogno di ricordare l’insuccesso del tentativo dell’on. Bersani, che ebbe da me, dopo le elezioni di febbraio, l’incarico, senza alcun vincolo o limite, di esplorare la possibilità di una maggioranza parlamentare diversa da quella che è stata poi posta a base del governo dell’on. Letta? E i successivi e più recenti sviluppi politici hanno forse fatto delineare quella possibilità di cui l’on. Bersani dovette registrare l’insussistenza?”.

Il Capo dello Stato sottolinea che da parte sia non c’è stato alcun “congelamento” o “impedimento alla libera dialettica democratica”, come lamentato da Bertinotti:

“Il Parlamento è libero, in ogni momento, di votare la sfiducia al governo Letta. Ma il presidente ha il dovere di mettere in guardia il Paese e le forze politiche rispetto ai rischi e contraccolpi assai gravi, in primo luogo sotto il profilo economico e sociale, che un’ulteriore destabilizzazione e incertezza del quadro politico-istituzionale comporterebbe per l’Italia”.

Napolitano spiega poi di essere a conoscenza alle possibili alternative di governo, con il “ricorso al voto popolare in caso di crisi”,

“Ma di azzardi la democrazia italiana ne ha vissuti già troppi. Dovetti io stesso sciogliere le Camere nel febbraio 2008, prendendo atto dello sfaldamento di una maggioranza che si presumeva «omogenea» e dell’inesistenza, allo stato, di una diversa maggioranza di governo. E dovetti penare per evitare lo scioglimento delle Camere nel novembre 2011 e — all’indomani dell’insediamento del nuovo Parlamento — nella primavera del 2013. Si comprenderà che da presidente — guardando anche a decenni di vita repubblicana — io consideri il frequente e facile ricorso a elezioni politiche anticipate come una delle più dannose patologie italiane”.