Giorgio Napolitano: è il momento di modificare la Costituzione rinnovandola

di Redazione Blitz
Pubblicato il 11 Ottobre 2013 - 16:07 OLTRE 6 MESI FA
Giorgio Napolitano: è il momento di modificare la Costituzione rinnovandola

Girogio Napolitano (Foto Lapresse)

ROMA – E’ arrivato il momento di modificare la Costituzione: lo dice chiaramente il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.  “E’ importante ricordare il valore ancora attuale della Carta come strumento di indirizzo e stimolo in direzione di una europa di pace e di progresso, ha detto nel messaggio inviato ai partecipanti al forum italo-francese “Dalle riforme, la rinascita”, in programma a Cogne. Alla luce della scelta europea, sviluppatasi nei decenni successivi, è ora possibile e necessario affrontare il compito di un sapiente rinnovamento del nostro ordinamento costituzionale, coerente con i suoi valori fondanti”. 

In un forum in cui erano presenti esponenti del governo, autorità locali e studiosi italiani e francesi Napolitano ha detto di augurarsi “che dal confronto con i nostri amici e vicini francesi possa scaturire un utile arricchimento della riflessione in corso nel nostro Paese e delle proposte che sono sul tappeto. In questo spirito invio a tutti i relatori e ai partecipanti all’iniziativa i più cordiali saluti e auguri di buon lavoro”.

L’invito del presidente della Repubblica arriva alla vigilia della manifestazione  “La via maestra”, in programma sabato 12 ottobre a Roma per la difesa e l’applicazione della Costituzione. L’iniziativa, promossa da personalità impegnate in diversi ambiti della società civile come Gustavo Zagrebelsky, Stefano Rodotà, don Luigi Ciotti, Maurizio Landini e Lorenza Carlassare ha registrato molte adesioni, da associazioni, movimenti, comitati, esponenti del mondo della cultura e dello spettacolo.

Proprio venerdì 11 ottobre il segretario della Fiom, Landini, ha messo in guardia dai pericoli in agguato dietro una riforma troppo frettolosa: “Il rischio è che dietro la modifica della Costituzione si celi la volontà di introdurre sistemi di semipresidenzialismo e un ruolo diverso del Governo rispetto ai poteri”.