Giovanni Toti e quel post sulle “bestie straniere” su Facebook

di Redazione Blitz
Pubblicato il 31 Maggio 2017 - 14:40 OLTRE 6 MESI FA
Giovanni Toti e quel post sulle "bestie straniere" su Facebook

Giovanni Toti e quel post sulle “bestie straniere” su Facebook

GENOVA – Un post su Facebook in cui i migranti vengono definite “beste straniere” mette nei guai il governatore della Regione Liguria Giovanni Toti. Uno scambio di messaggio sui migranti che passa da Facebook tra un cittadino e Toti, dove però scappa il commento razzista, che non viene condannato dal governatore della Liguria e che per questo motivo lo fa finire in una bufera mediatica. Toti si è difeso sottolineando di non aver mai usato la definizione razzista e che il suo commento era riferito ad altre situazioni ed è stato strumentalizzato dal Pd.

Sulla pagina Facebook del presidente della Liguria, il cittadino chiede a Toti: “Ma quando li rimpatriamo quelle bestie straniere!?!. E Toti risponde: “Appena andiamo al governo. Purtroppo la regione non può far nulla in questo campo. Dipende tutto dal ministero degli interni a Roma”.

A segnalare il caso è la capogruppo del Pd in Consiglio regionale Raffaella Paita, che ha dichiarato:

“Che la mutazione lepenista e salvinista di Toti fosse già a buon punto lo sapevamo da tempo, ma non immaginavamo che il governatore ligure fosse arrivato a questi livelli di indecenza. Non ci sono altre parole per descrivere questo dialogo apparso il 29 maggio scorso sulla pagina Facebook ufficiale del presidente della Regione Liguria. Uno scambio di battute da pelle d’oca, che dimostra come le dita, spesso, siano più veloci del cervello e tradiscano la vera natura di chi scrive”.

La capogruppo del Pd in consiglio regionale aggiunge:

“Così Toti ha dimostrato la sua doppiezza: sabato era a omaggiare il Papa che parlava di accoglienza e lunedì se n’è venuto fuori con questo bel messaggio cristiano messo nero su bianco su Internet. Parole disumane e indegne di un rappresentante delle istituzioni, per le quali il presidente della Regione Liguria dovrebbe chiedere immediatamente scusa”.

La replica del governatore della Liguria, sempre via Facebook, non si è fatta attendere:

“La volontà di fare polemica ad ogni costo annebbia la lucidità di qualcuno. Io non ho MAI usato espressioni come “bestie” riferite in generale agli stranieri, né l’ho fatto in questo caso . Nel rispondere mi sono riferito a persone responsabili di reati particolarmente gravi. Il senso era chiarire che, in ogni caso, le competenze in materia sono governative non regionali. Diffido chiunque dall’utilizzare mezzucci di questo genere per cercare di nascondere il fallimento della politica di sinistra a Genova degli ultimi decenni. Ci dicano piuttosto cosa intendono fare verso gli stranieri responsabili di reati gravi. Visto che nonostante vane chiacchiere due governi a guida Pd ancora nulla hanno fatto in materia”.