Francesco Giro (Pdl): “La Polverini non mi rappresenta”

Pubblicato il 20 Gennaio 2010 - 14:19 OLTRE 6 MESI FA

Francesco Giro

«Se non interverrà un chiarimento politico definitivo e se permarrà intatta, come temo, l’ambiguità dell’Udc qui nel Lazio, che da un lato sostiene Renata Polverini e dall’altro non perde occasione per predicare il superamento pratico e teorico della leadership nazionale di Silvio Berlusconi, per me diventa molto difficile riconoscermi nella candidatura di Polverini». A parlare è Francesco Giro, parlamentare del Pdl e sottosegretario ai Beni Culturali ed ex coordinatore regionale di Forza Italia.

«Neppure Berlusconi – continua Giro – può chiedermi di votare contro Berlusconi. Sarebbe illogico e assurdo. È risibile la tesi di chi si ostina ancora oggi a distinguere il profilo nazionale di un’alleanza fra la Lega e il Pdl e il profilo locale di un’alleanza, ormai innaturale e illogica fra Pdl e Udc. Un’alleanza che viene addirittura negata dall’Udc che preferisce accordi personali e riservati con i candidati presidenti alle regionali, rifiutando con sarcasmo accordi diretti con Berlusconi che per loro è un nemico da sconfiggere politicamente».

Francesco Giro accusa anche l’aspirante governatrice del Lazio Renata Polverini di tenere un comportamento troppo finiano che flirta spudoramente con l’Udc nonostante il Pdl, di cui dovrebbe essere espressione, non abbia ancora deciso la linea da tenere con i centristi.

L’ufficio di presidenza del Popolo della Libertà, convocato nel pomeriggio del 20 gennaio per sciogliere il nodo degli accordi ad personam stretti qua e là dai centristi, potrebbe limitarsi a discutere solo del caso Lazio votando un documento durissimo contro la politica dei due forni varata da Casini.

Tutte le decisioni sull’allenza con i centristi a livello nazionale verranno invece prese dopo l’incontro tra Fini e Berlusconi che si svolgerà giovedì 21 gennaio: qui, Berlusconi intende comprendere se il sostegno offerto da Casini ai candidati sponsorizzati dal presidente della Camera Gianfranco Fini, il primo sostenitore della necessità di un dialogo con i centristi, sia davvero funzionale ad un disegno più ampio che potrebbe  rafforzare la linea del dissenso interno al Pdl per sabotare la sua leadership.

Intanto, alla stoccata di Giro risponde Casini che ricorda che il suo partito “non vuole chiudere patti a livello nazionale” e si dice pronto a rompere ogni accordo qualora il Pdl alzasse la voce.