Giudizio duro del Csm: il decreto legge sulle procure è irragionevole e inadeguato

Pubblicato il 11 Gennaio 2010 - 21:44 OLTRE 6 MESI FA

Il decreto legge del governo sulle procure è viziato da «irragionevolezza» ma anche «inadeguato» a risolvere il problema della desertificazione degli uffici giudiziari. È decisamente negativo il giudizio del Consiglio superiore della magistratura sul provvedimento che porta la firma del ministro Angelino Alfano e che è contenuto nel parere approvato oggi dal plenum con il solo voto contrario dei laici del Pdl. A favore ha votato anche il vice presidente del Csm, Nicola Mancino, secondo il quale con il dl «si aggraverà ancora di più » il problema dei vuoti di organico negli uffici requirenti.

Si è invece astenuto il laico dell’ Udc, Ugo Bergamo. Ma c’è di più: se effettivamente, come tutto lascia pensare, non funzionerà, il rischio sarà quello di avere uffici giudiziari «non in grado di far fronte alla criminalità organizzata» come ha spiegato la togata di Magistratura democratica Ezia Maccora, relatrice con Mario Fresa (Movimento per la giustizia) del documento licenziato oggi in una seduta straordinaria.

Il decreto assegna a Palazzo dei marescialli la possibilità di procedere a trasferimenti d’ufficio, cioè coattivi, dei magistrati fino al 31 dicembre del 2014 per colmare i circa 150 posti vacanti in 80 sedi giudiziarie, soprattutto in Calabria, Sicilia e Sardegna.

E il Csm critica apertamente «l’irragionevolezza di un provvedimento urgente non inserito in un piano complessivo di interventi strutturali» come la revisione delle circoscrizioni giudiziarie e il ripensamento delle piante organiche degli uffici. Un provvedimento che peraltro non interviene sulle cause che hanno prodotto i «drammatici» vuoti nelle procure, come il divieto di destinare in quegli uffici i magistrati a inizio carriera.

Ma non basta: il potenziamento del trasferimento coattivo delle toghe di fatto sarà inefficace: soprattutto al Sud si tradurrà «in un perverso giro di valzer» tra magistrati delle diverse sedi disagiate che non risolverà il problema. Critici con il parere i laici del Pdl: l’obiettivo è «conservare inattuali e non moderni privilegi» per i magistrati ha sostenuto Gianfranco Anedda.