Intercettazioni. Giulietti e Vita: “No alla legge bavaglio, grande rischio”

Pubblicato il 1 Giugno 2012 - 13:40 OLTRE 6 MESI FA

L'Aula della Camera

ROMA – Beppe Giulietti, portavoce articolo 21 e Vincenzo VIta, senatore Pd, avvertono in una nota il rischio che l’Italia correrebbe riportando in Parlamento una nuova “legge bavaglio”. Il riferimento è al disegno di legge sulle intercettazioni che l’aula della Camera riesaminerà tra il 18 giugno e il 22 giugno.

Chiunque voglia far crescere ulteriormente il distacco tra cittadini e istituzioni e dare fiato a quella che viene chiamata “antipolitica” deve solo riportare nelle aule del Parlamento la cosiddetta legge bavaglio.

 Solo chi è interessato ad una progressiva disgregazione istituzionale e a mettere trappole sulle strada del governo può davvero pensare di riportare alla discussione e magari al voto un provvedimento ideato e pensato per colpire l’azione di legalità e il diritto di cronaca.

In ogni caso, dal momento che il provvedimento è già stato calendarizzato, alla Camera, nella settimana che va dal 18 al 22 giugno, sarà il caso di cominciare a prevedere una prima manifestazione per il giorno 21, anche perché i bavagli, con l’arrivo dell’estate, diventano ancora più intollerabili.

E ancora Giulietti e Vita affrontano anche il caso Nuzzi e del libro “Sua Santità”.

Chiunque senta lesa la sua onorabilità ha diritto di tutelarsi come meglio crede e di chiedere il diritto alla rettifica e alla replica.

 Altra cosa invece sono le campagne tese a intimidire i cronisti e le case editrici che hanno ancora il coraggio di occuparsi di temi considerati ” a rischio”.

Ci riferiamo, in questo caso, alle richieste sconsiderate e temerarie di sequestrare il libro di Nuzzi ” Sua Santità”, edito da Chiarelettere, di denunciare tutti per ricettazione, di reclamare persino l’intervento del governo per ” interferenza nella vita di uno stato straniero”.

A prescindere dal dibattito sul libro, tutte queste richieste suonano solo come intimidazione e vanno respinte senza incertezza alcuna.

Non a caso si è risentita la nefasta teoria dell’ ” uso criminogeni della informazione”, parole che furono usate per far fuori i Biagi e i Santoro.

Comunque la si pensi sul libro, sul Vaticano, sui corvi e sulle iene, sarà bene non aprire la strada a provvedimenti destinati,prima o poi, a colpire la libera circolazione dei documenti, delle notizie, delle opinioni.