Giustizia, accordo Berlusconi-Fini

Pubblicato il 10 Novembre 2009 - 20:52 OLTRE 6 MESI FA

Sulla giustizia Berlusconi e Fini ora sono d’accordo. Dopo due ore di colloquio serrato a Montecitorio il premier e il presidente della Camera hanno raggiunto l’intesa sui processi che avranno tempi più ridotti. Quello che Berlusconi ha definito un incontro «andato bene» ha segnato un passo avanti verso un disegno di legge in materia, come ha spiegato lo stesso Fini: «Il premier ha garantito stanziamenti in finanziaria. Si è ragionato sulla possibilità di presentare un ddl per definire tempi certi entro cui si deve svolgere il processo nei suoi 3 gradi. Nei prossimi giorni sarà presentato e sarà relativo alla definizione dei tempi del processo unicamente per gli incensurati». Il tempo massimo sarà «entro sei anni».

Nel faccia a faccia tanto atteso il presidente della Camera ha tenuto a chiarire che non ci sarà la prescrizione breve, definita «un’ipotesi impraticabile», ma parlare di immunità parlamentare per lui non è «uno scandalo». «Abbiamo in Italia un assetto di tipo legislativo originale. Mentre infatti i parlamentari nazionali non godono di alcuna immunità, quelli europei sì. Già questa considerazione dimostra che discutere dell’opportunità dell’immunità parlamentare non è un’ipotesi che deve destare scandalo. Non deve essere impunità: bisogna garantire che vi sia per il potere legislativo la possibilità che la Costituzione definisce, cioè di agire in piena autonomia senza per questo limitare il diritto del potere giudiziario di indagare e stabilire la verità dei fatti», ha spiegato l’ex leader di Alleanza Nazionale.

In materia di riforme ha detto la sua anche il segretario del Partito democratico, Pierluigi Bersani, che storce in naso sull’ipotesi di cancellare i processi: «Se vogliono migliorare il servizio giustizia siamo qua a dire sì, se vogliono cancellare i processi in corso siamo qua a dire no. Noi abbiamo già fatto una riflessione attenta, per noi la riforma dell’immunità parlamentare non è da mettere all’ordine del giorno. È necessario invece ridurre il numero dei parlamentari, riformare la legge elettorale e parametrare i costi della politica a quelli europei», ha spiegato.

Tra Berlusconi e Fini, prima dell’incontro, le idee in materia di durata dei processi e sulla loro prescrizione erano piuttosto diverse. Dopo la bocciatura del lodo Alfano era spuntato quello a nome di Niccolò Ghedini, che mira a proteggere il premier spostando i procedimenti a Roma. In realtà, anche se il faccia a faccia con Fini si è concluso con un “accordo”, Berlusconi non ha intenzione di rinunciare alla sua battaglia sulla giustizia.