Giustizia, Pannella: "Napolitano deve intervenire ma non lo fa"

Pubblicato il 14 Maggio 2012 - 11:44 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – ''Io mi rivolgo alle Procure della Repubblica non perché possano essere competenti rispetto a reati apicali delle nostre istituzioni, ma perché credo lo siano almeno nei miei confronti. Io da mesi ripeto che in termini letterali, e non morali, la condizione dello Stato e della Repubblica italiana è tecnicamente, letteralmente, rispetto a tutte le forme di legalità riconosciute, fuorilegge. Non sarei almeno perseguibile per questo?''. Lo dice il leader radicale Marco Pannella che torna a rivolgersi a Napolitano sulla ''prepotente urgenza'' della crisi delle carceri e della giustizia italiana.

''Forse – dice – ci sono due eccessi: il mio e' un eccesso di fedelta' all'eredita' liberale, liberalsocialista, azionista; quello del nostro nostro Presidente e' un eccesso di fedelta' a quella comunista''.

''L'atteggiamento del Presidente Napolitano mi ricorda quello del Presidente della Camera Pietro Ingrao la mattina di Via Fani, quando sospese la Costituzione italiana per rispondere all'attacco eversivo delle Br. Ho sempre ricordato che in quel caso fu ammainata la bandiera repubblicana per combattere realisticamente, senza farsi intralciare dal senso dello Stato, ma con il 'realismo' e la 'lotta' al quale si piega il diritto''.

Oggi ''accade lo stesso'', aggiunge Pannella, ''quando Napolitano dice che per l'amnistia non ci sono le condizioni politiche''. ''Se noi siamo in una situazione di flagranza di reato per sua stessa proclamazione dello scorso luglio'', ha ribadito il leader radicale ''che cosa c'e' da maturare?''.

''Se il Parlamento ha uno strumento per interrompere questa flagranza di reato, a questo punto gli si dice: 'Guardate che voi state mantenendo l'Italia in una situazione di Stato non democratico e non costituzionale, perche' avete l'obbligo di intervenire. Io vi faccio il messaggio e ve lo dico'. Invece lui si guarda bene dal farlo'', ha concluso Pannella.