Governo, Berlusconi lavora per arrivare a quota 330 deputati

Pubblicato il 5 Gennaio 2011 - 20:55 OLTRE 6 MESI FA

Silvio Berlusconi

Un po’ perché ci crede e un po’ per tattica, Silvio Berlusconi continua a ripetere che entro gennaio nuove forze si uniranno alla maggioranza permettendo così alla legislatura di proseguire. E con i fedelissimi ostenta numeri che vanno al di là dell’ottimismo: ritiene possibile arrivare a quota 325-330 a Montecitorio, il che vuol dire 11-16 deputati in più rispetto a quelli che votarono la fiducia il 14 dicembre scorso. Numeri importanti, che lasciano scettici più di uno nel Pdl, nonostante lui li ripeta ad ogni interlocutore. Ci crede perché ritiene che pochi siano pronti ad interrompere anticipatamente la legislatura. Lo ripete ad ogni piè sospinto perché consapevole che la sola minaccia può convincere altri, Pier Ferdinando Casini in testa, a fare altrettanto.

Ma l’attenzione del Cavaliere non è rivolta solo all’operazione ‘allargamento’: in questi giorni, da Arcore, il premier si è consigliato con i vertici del partito per individuare i nomi che dovranno riempire le caselle vuote nel governo. Una decina di poltrone lasciate libere in parte dai finiani che hanno lasciato l’Esecutivo, in parte dopo alcuni passi indietro eccellenti, come quello di Aldo Brancher. E per alcuni di quei posti, il premier è tornato a ventilare ”nomi nuovi”, figure ”prestigiose”, lontane dai partiti. Una suggestione che il Cavaliere aveva annunciato qualche settimana fa e che continua a ripetere ai più stretti consiglieri. Del resto lui stesso ha più volte assicurato che nessuno dei deputati che ”liberamente” hanno deciso di sostenere il governo saranno ricompensati con poltrone.

Se questa promessa sarà rispettata i posti per uno o due ‘tecnici’, dunque, non mancheranno. Magari con qualche ‘scambio’ di poltrone, visto che la più appetibile è quella per le Politiche europee. Anche se nel Pdl prevale lo scetticismo: ”Chi salirebbe su una scialuppa che rischia di affondare presto?”, si chiede un fedelissimo del Cavaliere. Inoltre, ogni poltrona può essere utile per ricompattare una maggioranza che mostra più d’una fragilità. Resta il fatto che il premier, come confermano diverse fonti del Pdl, intende provare a battere questa strada nella speranza che qualcuno accetti. Massimo riserbo, ovviamente sui nomi dei papabili, ma fonti del Pdl parlano di possibili ”grosse sorprese” in arrivo. Un’operazione che il premier sta conducendo in prima persona, con incontri e telefonate da Milano dove resterà fino a martedì prossimo. L’altra operazione, quella per la formazione del ‘gruppo di responsabilità, è stata affidata a Denis Verdini e Angelino Alfano.

Sono loro a tenere i contatti e a parlare per conto del Cavaliere. Silvano Moffa, che avrebbe consegnato una lista di ‘papabili’ al premier, si dice ottimista sulla possibilità che una decina di deputati si unisca al gruppo. L’ex finiano parla di ”movimenti” fra i parlamentari che ”antepongono gli interessi del Paese a quelli particolari”. Nomi ne circolano molti, ma le smentite sono altrettante. A via dell’Umiltà c’è chi giura che il ‘grosso’ però non verrà da Fli. ”Se qualche finiano lascerà, e sottolineo il se, saranno due o al massimo tre”, spiega un deputato bene informato in merito. Anche i centristi dell’Udc, salvo un paio di nomi, non sarebbero nel mirino dei ‘cacciatori di teste’ del Pdl. Anche per non compromettere i rapporti con Casini. Il bacino in cui pescare resta quindi quello in cui ci sono l’Mpa, l’Api, l’Idv e persino il Pd se è vero che un ‘democratico’ deluso sarebbe pronto lasciare il partito.