Governo, Dario Fo: “C’è il mercato dei deputati e la gente neppure si indegna”

Pubblicato il 13 Dicembre 2010 - 15:30 OLTRE 6 MESI FA

Dario Fo

Il cattivo esempio viene da chi sta al potere. Ne è convinto il premio Nobel per la letteratura Dario Fo, che ne ha parlato nel programma ”Italia in Controluce” andato in onda lunedì 13 dicembre su Radio 24.

Fo ha parlato dell’Italia attraverso la lettura di ”Napoli milionaria!’. ”E’ proprio il clima dell’Italia oggi – ha spiegato il Nobel – l’esempio che dà il Governo e, in molti casi, i politici persino dell’opposizione. Sono alcune volte stucchevoli, altre volte disperati, nel senso che non c’è  più speranza di cambiare rotta, cambiare ritmo. Al tempo di ‘Mani pulite’ c’è stata una speranza: che quella botta terribile che i politici avevano dovuto digerire rapidamente fosse una medicina straordinaria, un modo di rimettere in diversa dimensione l’agire e l’essere. E, invece, ecco che siamo di nuovo daccapo”.

Sempre a proposito della corruzione, Dario Fo denuncia quel che accade in questi giorni, ”quando sappiamo che oramai i deputati che si sono messi nel mercato sono diventati abbastanza numerosi e se ne parla così, tranquillamente: quanto hanno chiesto? Tot milioni. Poi gli danno delle gratifiche e ci saranno situazioni di ingaggio che varranno milioni e milioni, tranquillamente, e la gente non si indigna. C’è anche l’applauso. Eduardo ogni tanto lo ripeteva questo andare per cui chi è furbo è da applaudire, chi è scaltro, mariuolo è proprio da pacche sulle spalle e fessi sono coloro che non entrano nel gioco”.

Un altro tema sviluppato da Eduardo è la solidarietà: ”Non si può rimanere isolati. Purtroppo – dice Dario Fo – è il guaio di questo momento, la gente si isola, dice: ma chi me lo fa fare a riprendermela? Non parliamone più, ascoltiamo la televisione, vediamoci i bei servizi che ci sono, divertiamoci alle situazioni paradossali. E lì di nuovo si cade nella trappola, perché è la televisione che ci ha insegnato a non essere dentro il gioco; peggio: ad essere disinformati. Questo è il clima folle, pericolosissimo: la disinformazione e il voler essere disinformati. Cioè non entrare nella condizione di dire: ho il dovere di partecipare”.