Governo dà scacco ai giudici in tre mosse

di Lucio Fero
Pubblicato il 3 Febbraio 2010 - 16:42| Aggiornato il 21 Ottobre 2010 OLTRE 6 MESI FA

Silvio Berlusconi in tribunale durante il processo Sme (2003)

Lo stanno votando, probabilmente quando leggerete queste righe lo avranno già votato: non c’è suspence alla Camera, il legittimo impedimento ha la convinta, massiccia e orgogliosa maggioranza dei voti. Abbiamo già detto, un po’ alla buona ma senza tradire né lo spirito né la lettera della legge, in cosa consiste, come funziona. C’è un giudice o un Tribunale che si rivolge a un membro del governo, gli dice: “Ci sarebbe un processo, lei sarebbe imputato o testimone, può venire il giorno..?”.

Il membro del governo manda al giudice o al Tribunale la sua agenda di lavoro. Non c’è posto e spazio per andare. Quindi legittimamente non va. E per non esagerare con la corrispondenza, si fa un forfait: legittimo non andare per sei mesi filati, che divenatno diciotto perchè l’agenda al posto del ministro si può inviare tre volte di fila.

Finito, dopo i diciotto mesi finalmente va? No, in quei diciotto mesi il Parlamento avrà lavorato ancora. Sul testo di un’altra legge, anzi due. Firmate entrambe dai capigruppo Pdl Maurizio Gasparri e Gaetano Quagliariello. La prima si chiamerà “Del premierato”. Stabilisce che il primo ministro ha diritti e status legali più ampi e più alto degli altri ministri. La seconda stabilisce che tutti i ministri, compreso ovviamente anche il primo, sono coperti da “Lodo”. Cioè non sono sottoposti a incriminazione e processo durante tutto il periodo in cui governano. Perché? Per garantire loro, e ai cittadini ovviamente, un governo “sereno”.

Finirà così definitivamente una stagione in cui l’azione di governo poteva essere “disturbata” dai giudici. E il paese avrà compiuto una piena inversione ad U rispetto ai suoi umori. A suo tempo il paese voleva che i governanti fossero sotto l’occhio e il controllo costante della magistratura. Ora il paese accetta a larga maggioranza che i governanti siano esentati dal fastidio.

Su questo il Pdl e la Lega sono compatti e convinti. Ai margini c’è stato qualche eccesso di zelo, come quel Giuseppe Valentino che ha firmato una proposta di legge per cui confessione di pentito non vale, neanche se sono due o tre a raccontare la stessa cosa se di ogni parola detta non c’è in dibattimento prova materiale esibita. Maroni ed Alfano hanno detto che è una proposta sbagliata perchè demolisce indagini e processi alla criminalità organizzata. Un prurito, uno sfizio, una mattana di questo Valentino Giuseppe, parlamentare Pdl. Ma chi sarà mai? Solo il vice di Ghedini nella Consulta nazionale del Pdl sulla Giustizia. Un passante…