Chi è Emma Bonino, ministro degli Esteri / Scheda

Pubblicato il 28 Aprile 2013 - 15:32| Aggiornato il 22 Febbraio 2023 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Chi è Emma Bonino. nuovo ministro degli Esteri?

Una donna radicale alla Farnesina.  verrebbe da pensare. In realtà, è molto di più. Seconda donna a guidare la diplomazia italiana dopo Susanna Agnelli nel 1995, è insieme a Marco Pannella uno dei leader storici del Partito Radicale, noto per le sue battaglie per i diritti civili, promotore in particolare degli storici referendum per il divorzio e l’aborto.

Molto nota a livello internazionale, nata a Bra, in provincia di Cuneo, il 9 marzo 1948, Bonino ha avuto una lunga carriera politica, sia nazionale sia internazionale, ed il suo ultimo incarico era quello di vicepresidente del Senato nella scorsa legislatura.

E’ stata eletta senatrice nell’aprile 2008 nelle liste del Pd. Prima era deputato europeo, ma faceva la spola con il Cairo, dove ha tra l’altro imparato l’arabo, diventando un attento osservatore e commentatore del mondo arabo.

Il suo ingresso alla Farnesina sancisce il ritorno di un ministro dalla forte dimensione politica, dopo la parentesi tecnica di questi ultimi mesi.

La leader radicale è stato ministro nel secondo governo Prodi, tra il 2006 e il 2008, responsabile per il commercio internazionale e le politiche europee. Qualche anno prima, tra il 1995 e il 1999, aveva avuto l’incarico di commissario europeo per gli aiuti umanitari e in un secondo tempo la tutela dei consumatori (oltreché per la pesca) nella Commissione presieduta dal lussemburghese Jacques Santer. Una compagine che ha dovuto dimettersi collegialmente prima della sua scadenza naturale dopo che la francese Edith Cresson, coinvolta in uno scandalo di corruzione, aveva rifiutato di farlo.

Prima di spostarsi a Bruxelles, scelta dall’allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, Bonino era stata eletta nel 1994 per il Polo delle Libertà in Veneto, e faceva parte del gruppo parlamentare di Forza Italia.

Sin dall’inizio del suo impegno politico Bonino è stata presente nel Parlamento italiano, eletta alla Camera per sei volte consecutive. Una delle sue ultime battaglie condotta in sede Onu, oltre a quella oramai tradizionale in casa radicale contro la pena di morte, è stata contro le mutilazioni genitali femminili (Fgm).

Al termine di una lunga campagna internazionale, grazie anche al suo impulso in quanto fondatrice di ‘Non c’è pace senza giustizia’, l’Assemblea Generale dell’Onu ha recentemente messo al bando le Fgm, con un voto per alzata di mano, esortando gli Stati in cui vengono ancora commesse a sanzionarle penalmente.

La sua lunga carriera politica, avviata nel 1975, si è svolta quasi essenzialmente in seno al Partito Radicale (poi Transnazionale, di cui è stata presidente e poi segretaria tra il 1991 e il 1993), e nasce all’insegna della lotta per il diritto all’aborto. Lei stessa, autodenunciatasi, finisce in carcere.

Nel 1979 Bonino viene eletta al Parlamento europeo, e negli anni successivi avvia una serie di campagne per i diritti civili nell’Europa centrorientale. Sempre in quel periodo nasce il suo impegno per la creazione di una Corte Penale Internazionale (Cpi), entrata in vigore nel 2002, e di tribunali penali ad hoc peri crimini di guerra (poi nati per ex Jugoslavia e Ruanda).

Come lei stessa spiega in una delle sue biografie ufficiali, la sua attività politica è stata ”caratterizzata dalla rigorosa applicazione della pratica ‘nonviolenta’ definita e adottata dal Mahatma Gandhi’‘ e poi praticata dal Partito Radicale Transnazionale.

Soprattutto nei primi anni di attività anche lei, come Panella, ha partecipato a scioperi della fame e della sete, oltre ad atti di disobbedienza civile. Nella tradizione radicale, Bonino è stata promotrice in particolare di una serie di iniziative per la legalizzazione delle droghe (tra cui il referendum per abolire il carcere per i consumatori), oltre ad organizzare il primo referendum contro il nucleare civile nel 1986.