Governo Letta, Imu e giustizia i due nodi. Ci sarà una nuova manovra?

Pubblicato il 25 Aprile 2013 - 09:43| Aggiornato il 15 Febbraio 2023 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Imu e giustizia: sono questi i nodi su cui si incaglierà con molta probabilità il governo di Enrico Letta. Ostacoli che derivano sempre dallo stesso punto: accontentare tutte le anime che comporranno l’esecutivo e la maggioranza.

Il Pdl ha posto come precondizione l’abolizione dell’Imu con la restituzione dei pagamenti del 2012 come promesso da Silvio Berlusconi in campagna elettorale. Il Pd vorrebbe solo il ritocco dell’aliquota sulla prima casa.

Letta, secondo Ignazio La Russa di Fratelli d’Italia, ha “preso buona nota della nostra proposta sull’Imu” che prevede il “rimborso” attraverso l’emissione di titoli di Stato “per poi attingere alle risorse derivanti dagli interessi che il Montepaschi deve pagare allo Stato” per il prestito ricevuto attraverso i cosiddetti Monti Bond.

Ma è soprattutto la giustizia su cui si giocherà tutto, il vero pallino di Berlusconi. L’Imu è più che altro una promessa agli italiani, ma si sa che Berlusconi gioca la sua partitia sui processi da non affrontare. E la prima battaglia quindi è proprio sulla decisione di chi mettere al ministero di via Arenula. Poi, una volta formato il governo, l’altra battaglia sarà sui provvedimenti.

Enrico Letta, secondo Repubblica, starebbe intanto pensando a eliminare i finanziamenti pubblici ai partiti (come vuole il Movimento 5 stelle), una mossa su cui non pesa il veto del Pdl. E all’orizzonte sembra sempre più scontata una nuova manovra finanziaria.

Secondo Repubblica Letta sta pensando a una mossa “rivoluzionaria”: l’abolizione completa del finanziamento ai partiti, sostituita da contributi privati con forte defiscalizzazione.

Di certo le prime mosse del governo Letta non saranno queste, almeno nelle intenzioni, ma si soffermeranno sul lavoro, sulle riforme istituzionali e sulla legge elettorale, tre punti del programma stilato anche dai “saggi”.

Cig ed esodati. Prima mossa necessaria sarà rifinanziare la cassa integrazione in deroga per dare un sussidio alle piccole imprese e ai settori non coperti dalla cig ordinaria e straordinaria (artigianato, commercio, servizi). Per il 2013 sono stati stanziati 1,7 miliardi, ma non bastano. Serve come minimo un miliardo in più. Tra le primo mosse del governo ci dovrebbe essere anche un nuovo provvedimento sugli esodati.

Nuova manovra. E’ data quasi per certa una nuova manovra finanziaria. I conti infatti sono cambiati e destinati a cambiare ancora. Si deve trovare un miliardo per la cig in deroga, 2 per evitare l’aumento a luglio dell’Iva dal 21 al 22%, che diventano 4 dal 2014. Se l’Imu verrà eliminata si dovranno trovare anche i 4 miliardi che mancheranno in cassa, più un altro miliardo se si deciderà anche di cancellare la Tares, come chiedono a gran voce gli enti locali. Poi ci sono da rifinanziare le missioni militari all’estero e la detrazione del 55% sulle ristrutturazioni.