Governo Letta, Zanonato: “Ridurre tasse rivedendo il patto di stabilità”

Pubblicato il 30 Aprile 2013 - 10:20| Aggiornato il 27 Febbraio 2023 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Ridurre le tasse rivedendo il patto di stabilità: questa la ricetta del neo ministro dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato.

”La direzione è chiara – dice in un’intervista a Repubblica – vogliamo ridurre le tasse senza tagliare i servizi o aumentare il debito. Il lavoro piu’ difficile sara’ quello di reperire le risorse. Ci sono diverse leve su cui si puo’ agire: migliorare la lotta all’evasione fiscale, ottenere un rendimento maggiore del patrimonio pubblico, ridurre la spesa”.

”Se vogliamo mantenere in Europa una reputazione che ci consenta di tenere basso lo spread e quindi non pagare maggiori interessi sul debito, dobbiamo avere una politica economica credibile. Ma ci interessa anche ricontrattare con l’Unione il patto di stabilità”, dice Zanonato. ”Soprattutto deve esserci la possibilità di sfilare dal patto la spesa per investimenti. Senza questa possibilità non si rimette in moto la crescita”.

Parlando dell’Imu, ”se si riesce a rimodulare l’imposta sulla casa in base al reddito, per agevolare quelli più bassi, saremo i primi ad esserne soddisfatti. Ovviamente trovando le compensazioni per i Comuni”, dichiara Zanonato. Sulla riduzione del costo del lavoro, ”intanto chiariamo che non significa abbassare i salari. Anche qui bisogna usare la leva fiscale e contributiva e puntare ad un sistema piu’ efficiente, perche’ il costo del lavoro si contiene anche tagliando i costi energetici. Ma la cosa piu’ importante e’ fare in modo che chi assume, chi crea lavoro e quindi ricchezza, abbia dei vantaggi fiscali”, osserva il neoministro.

Quanto al reddito minimo, ”occorre trovare dei meccanismi per collegarlo a delle attività di pubblica utilità”, perché ”il lavoro è anche appartenenza ad una comunità, è dignità”. Nell’intervista Zanonato esclude un cambio di atteggiamento da parte dell’M5s, perché ”le cose da fare richiedono una visione istituzionale che loro oggi non hanno”. Per questo, conclude, ”è automatico che le forze che sentono una responsabilità istituzionale affrontino la situazione. Non c’è alternativa a questo governo”.