Governo M5s-Pd? Prima apertura “ufficiale”. 5 punti o riforma elettorale e voto

di Redazione Blitz
Pubblicato il 3 Agosto 2013 - 09:56 OLTRE 6 MESI FA
Governo M5s-Pd? Prima apertura "ufficiale". 5 punti o riforma elettorale e voto

Pier Luigi Bersani con Vito Crimi e Roberta Lombardi (foto Ansa)

ROMA – Il Movimento 5 Stelle apre al Pd? Così pare, e sarebbe la prima volta che il fatto viene “certificato” in un documento “ufficiale”. O almeno che non viene negato in un “documento ufficiale”. L’email inviata dal gruppo della Camera ai deputati 5 Stelle (e firmato dal capogruppo Riccardo Nuti) ha le sembianze di una svolta: governo programmatico in 5 punti.

Ci voleva la condanna di Berlusconi forse per far uscire dalla bocca dei grillini quell’idea, governo di scopo, che loro stessi avevano rigettato mesi prima davanti alle molteplici offerte di Bersani. Forse un ravvedimento, forse hanno capito che “ora o mai più”, forse semplicemente temono di andare subito a elezioni ancora col Porcellum.

Fatto sta che circola una email (per vederla clicca quiin cui si dettano le “solite” linee guida ai deputati di M5s. Solite solo nella forma, perché i contenuti sono nuovi eccome.

Scrive Andrea Malaguti su La Stampa:

Che cosa dovrebbe fare il Pd? Chiudere con il governo, fare una legge elettorale con noi e andare a votare. E se Napolitano non volesse sciogliere le Camere allora toccherebbe a noi, dopo questo fallimento. Un governo su cinque punti: legge elettorale, reddito di cittadinanza, misure PMI, abolizione finanziamento pubblico ai partiti, legge conflitto interessi. Le risorse vanno trovate nel taglio dei costi della politica, su F35, Tav ed Expo».

Per come sembra scritto, sembra più di un’idea. Non solo il programma, ma anche il reperimento delle risorse per attuare il programma stesso.

Ovviamente tutto questo ragionamento parte da un assunto che forse alcuni M5s danno per scontato, ma che scontato non è: cioè che dopo la condanna definitiva di Berlusconi nel processo Mediaset, il governo di larghe intese Pd-Pdl sia destinato a cadere. Lo minaccia una parte del Pdl (“Se Napolitano non dà la grazia a Berlusconi, ci dimettiamo in massa, ministri e parlamentari”). Lo vuole Berlusconi (“riforma elettorale per votare subito”). Lo vorrebbe una parte del Pd (Bersani dice: “Il Pdl vuole essere guidato ancora da un condannato per evasione?”).

Tommaso Ciriaco su Repubblica osserva che anche le parole di Beppe Grillo potrebbero essere interpretate sulla stessa falsariga della email.

“Nessuno si azzardi a modificare la giustizia insieme al partito capeggiato da un delinquente. Il M5S non starà a guardare, né si limiterà a interpellanze parlamentari, ma mobiliterà i suoi elettori”

Parole che potrebbero essere interpretate come: con il Pdl no, ma con noi si. Cambiamo la legge elettorale e poi torniamo alle urne.

E’ sempre bene ricordare, in chiusura, che si tratta di fanta-politica. L’ultimo che ci aveva provato (Bersani) sappiamo come è andato a finire.

E comunque, poche ore dopo la pubblicazione dell’articolo, Nuti ha smentito ogni apertura dal suo profilo Facebook:

“Dopo il titolo falso di Repubblica di più di un mese fa su una cosa mai detta, oggi viene scritto di una nostra apertura al Pd ovviamente falsa. Lo abbiamo detto più volte: il Pd è il Pdl e con il Pd mai”.