Governo marcisce e non cade: i ministri dell’astio e del dispetto

di Lucio Fero
Pubblicato il 8 Luglio 2011 - 11:41 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – In colonna, lenti, lentissimi, muso contro muso quasi  sfregarsi. “Schiumando” dispetto per il vicino che ingombra e intralcia e poi giù il finestrino per sibilare l’uno all’altro che non sa guidare,che era meglio se restava a casa. No, non è l’Italia in strada per il primo esodo estivo, è il governo italiano che marcisce nell’ingorgo, ingorgo in cui non sa e non può andare nè avanti e nemmeno indietro. Non può cadere il governo Berlusconi ma continuare nemmeno può. E marcisce nella rabbia, nella stizza, nella reciproca e conclamata disistima.

Le cronache riportano questa autentica e incredibile sequenza: un ministro nascosto dietro un tenue anonimato che spiega al giornalista: “La storia di Milanese sotto richiesta di arresto ci fa gioco, così Tremonti si ammorbidisce e possiamo ammorbidire la manovra”. Ammorbidire, massaggiare il ministro dell’Economia è l’obiettivo dei suoi colleghi e della sua maggioranza, vien buona anche una richiesta di arresto partita dagli odiati giudici. Senza anonimato ma mettendoci tutta la “faccia”, il premier dà del codardo e opportunista  a Tremonti e Calderoli che a suo dire sapevano tutto della leggina salva Fininvest. Bossi replica dando di fatto del bugiardo a Berlusconi, Tremonti pubblicamente si lamenta delle “furberie”che danneggiano il paese.

Marcisce, si scolla: Tremonti non solo sussurra piano ma fortemente pensa che Brunetta sia un “cretino” a raccontare che gli statali sono indenni dalla manovra. Brunetta, Galan e tanti altri fortemente accusano Tremonti di “pensare solo ai mercati”. Marcisce, si decompone  un governo che contemporaneamente presenta la manovra come l’unica salvezza per il paese e come un guaio da scansare o almeno ammorbiire.

Marcisce, si decompone un governo in cui Roberto Calderoli ministro spara in volto a La Russa ministro che lui “neanche i primi tre mesi” dell’intervento in Libia avrebbe fatto. Un governo il cui premier racconta di esser stato “costretto” a far parte dell’alleanza con i paesi occidentali. Un governo che fa festa per aver risparmiato trecento milioni al prezzo di aver comunicato al mondo che l’Italia di partecipare a missioni internazionali ne farebbe volentieri a meno. Missioni nelle quali l’Italia deve essere finita “a sua insaputa” e ora vuol tirarsi fuori, come fossero un favore fatto agli altri e non a se stessa. Ma, come dice con orgoglio Calderoli, del resto del mondo la Lega se ne frega, “prima vengono i nostri” e infatti Calderoli pubblicamente si complimenta con La Russa perché si è finalmente comportato da “milanese acquisito”..

Marcisce il governo nel suo astio verso se stesso: deve risanare il bilancio e smettere di fare debito, ma è contro la sua natura. Dovrebbe incarnare e difendere, individuare e proteggere un interesse nazionale e generale, ma è contro la sua stessa natura: la Lega rivendica interessi territoriali, il premierha e mostra interessi personali e al massimo elettorali…Berlusconi che svilisce e “piccona” Tremonti, Tremontiche gli dà dell’irresponsabile fermandosi solo all’ultima frontiera del pronunciare apertamente il suo nome, i ministri sociali e della spesa contro quello dell’economia, Calderoli che sbertuccia La Russa…

Non è una rissa, è peggio: è un alterco di gente imprigionata nell’astio che monta. Incolonnati loro malgrado in una strada che non conoscono e non vogliono percorrere, quella del governare senza spendere, imbottigliati in una responsabilità che rifiutano. Governo che marcisce e non cade, buone vacanze.