Monti: foglia a foglia, il carciofo amaro dei sottosegretari

Pubblicato il 28 Novembre 2011 - 16:12 OLTRE 6 MESI FA

I banchi del governo Monti alla Camera (Lapresse)

ROMA – Saranno davvero trenta? Non ci saranno politici dentro? Gli ottimismi e i pessimismi sui sottosegretari del governo di Mario Monti saranno presto confermati o smentiti dal Consiglio dei ministri dal quale usciranno i nomi della lista.

Se i nomi dei dodici ministri non hanno sollevato particolari critiche dai partiti e dalla stampa, c’è da scommettere che i nomi dei sottosegretari e dei viceministri faranno discutere un po’ di più. Anche perché, data la natura di “alto profilo” ma di scarsa “manualità” istituzionale di alcuni ministri, saranno vice e sottosegretari a detenere il potere reale nei dicasteri.

La prima cosa che tutti guarderanno è il numero. Monti ha nominato pochi ministri, non potrà – per compensazione – esagerare con i vice: lo schema entro il quale ci si muove è quello di una squadra molto snella (25 sottosegretari e tra 5 e 8 viceministri). Tutti tecnici: una manciata di emanazione diretta di premier e ministri, più una maggioranza di tecnici “di area” dei diversi partiti.

Ma qualche eccezione sembra ancora possibile, con profili più politici nelle caselle a più stretto contatto con le Camere. Così, ad esempio, Giampaolo D’Andrea, di area Pd, dovrebbe andare ai rapporti con il Parlamento.

E l’Udc Francesco D’Onofrio (che i centristi avrebbero visto bene in quella stessa posizione), potrebbe avere una delega alle riforme o gli affari costituzionali. Nel Pdl tra i più quotati sembra esserci Zeno Zencovich, mentre Fli sostiene Umberto Croppi alla Cultura, Italo Cucci allo Sport, Marco Marazza al Lavoro. Il direttore generale dell’Anci Antonio Rughetti, nome molto ben visto dai popolari del Pd, potrebbe andare al ministero degli Interni.

Mentre per un incarico da viceministro al Welfare torna in pista il professore Carlo Dell’Aringa, già tra i papabili per una poltrona da ministro. Continuano a circolare inoltre i nomi del presidente della Fieg Carlo Malinconico e del consigliere della Corte dei Conti Paolo Peluffo. Ma anche quello del direttore generale del dipartimento Funzione pubblica Francesco Verbaro.

Mario Ciaccia, manager di Banca Intesa, è possibile viceministro alle Infrastrutture. L’ex commissario dell’Autorità dell’energia, Tullio Fanelli, potrebbe essere sottosegretario allo Sviluppo economico con delega all’Energia. Luigi Finelli, generale dell’arma dei Carabinieri, è tra le candidature sponsorizzate dai Radicali, che come gli altri partiti hanno presentato la loro rosa.