Governo. Napolitano-Bersani: mandato pieno o pre-incarico, che significa?

Pubblicato il 20 Marzo 2013 - 12:19| Aggiornato il 24 Ottobre 2022 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Crisi di Governo. Nappolitano-Bersani: mandato pieno o pre-incarico, che significa? Alle 18 di giovedì 21 marzo si conclude il giro di consultazioni del Presidente della Repubblica, alle 18 si presenterà l’ultimo dei segretari di partito convocati, Bersani appunto. L’unico tra loro che abbia chance di ricevere l’incarico. Sarà un mandato pieno o un pre-incarico? Tecnicamente e politicamente una differenza enorme.

Pre-incarico. Con il pre-incarico (per gli osservatori l’opzione preferita da Napolitano) il Capo dello Stato conferirebbe il mandato, in questo caso a Bersani, per esplorare le possibilità che un governo possa trovare  in Parlamento la maggioranza dei consensi (in questo caso in Senato, perché alla Camera il centrosinistra è maggioritario con le sue sole forze), prima di tornare a salire il Colle per riferire. A quel punto, il Presidente della Repubblica può verificare di persona che il progetto è solido e percorribile, chiamando uno a uno i segretari degli altri partiti. Se la verifica dà esito positivo, il Capo dello Stato conferisce al pre-incaricato un mandato pieno per presentarsi davanti alle Camere e ottenere la fiducia necessaria alla costituzione di un nuovo governo.

Mandato pieno. E’ ciò cui aspira il segretario Pd, è ciò che Napolitano esita ad offrirgli. Vediamo perché. Da un punto di vista tecnico, se Bersani riceverà un incarico con mandato pieno significa che è autorizzato a presentarsi alle Camere  e anche se qui (nel caso particolare in Senato) non ottenesse la fiducia, come prevede la Costituzione, sarebbe automaticamente il successore di Mario Monti la cui carica decadrebbe subito. Bersani guiderebbe, in questa circostanza, l’iter delle elezioni per il nuovo presidente della Repubblica che inizia il 20 aprile, sbrigherebbe gli affari correnti, farebbe da interfaccia con l’Europa e da garante sugli impegni presi.

Conseguenze politiche. Si capisce che per Napolitano conferire un mandato pieno al buio anche se sollecitato da Bersani, significa precludersi, in caso di fallimento, una soluzione di riserva, un “governo di scopo” che sia super partes e mantenga gli impegni con i partner europei. Bersani, invece punta dritto al mandato pieno perché scommette che proprio in Aula, mostrando volti nuovi e ministri graditi al MoVimento 5 Stelle, riuscirà a strappare, giusto dai grillini, quella dozzina di voti che sommati a quelli die montiani, garantiriebbero la fiducia al “governo del cambiamento”.