Governo ombra Pdl, “Alfano ci fa suicidare”: Meloni sindaco di Roma?

Pubblicato il 28 Dicembre 2011 - 13:56 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Angelino Alfano sta preparando la squadra del Pdl per gennaio, ma nel partito sono in molti a remare contro il delfino del Cavaliere, considerato inadeguato, poco avvezzo agli equilibri politici del nord e fatalmente ancorato a logiche da manuale Cencelli che impediscono il rinnovamento auspicato. Il segretario ha stilato l’elenco dei nomi che formeranno una sorta di governo ombra berlusconiano.

Brunetta dovrà far dimenticare Tremonti all’Economia, Frattini sarà confermato agli Esteri, Fitto plenipotenziario per il sud e gli enti locali, Giro alla Cultura, Romani a presidiare gli interessi Mediaset. Alle Pari Opportunità una delusa Mara Carfagna sarà affiancata da Barbara Saltamartini, vicina ad Alemanno e da Beatrice Lorenzin, amica di Bonaiuti. Altra terna rosa per la Comunicazione, con la Santanchè alle relazioni esterne, la Brambilla al posto di Bonaiuti e la Ravetto in sostituzione di Capezzone, dato per disperso.

Il retroscena documentato dal quotidiano Il Riformista racconta di un partito allo sbando per il disinteresse mostrato da Berlusconi per le vicende interne. Sarebbe troppo concentrato sui suoi interessi, dal processo Mills, all’affaire Endemol: il maxi-risarcimento a De Benedetti ha inciso eccome sugli investimenti familiari. Intanto “si sta scatenando una guerra per una targa sulla porta” negli uffici di via dell’Umiltà, ora che si sta definendo la lista dei capo-dipartimenti. Gli ex An, secondo uno scajolano di ferro, non contano nulla senza Fini ma vogliono mezzo partito. Si fa largo, per ora in sordina, la porosta di promuovere l’ex ministro Meloni a candidato sindaco di Roma per sostituire Alemanno.

Il punto di frizione più alto è il rapporto con la Lega minato dal continuo corteggiamento di Alfano a Casini. I congressi locali sono più vicini alla rissa che alla ricerca di una mediazione, al punto che sono stati sopsesi e rinviati. Formigoni e Gelmini si stanno spendendo per un partito più radicato al Nord, con l’offerta a Maroni della Regione Lombardia in cambio di una rinnovata alleanza. La Russa sarebbe della partita.