Governo, Paolo Gentiloni rivendica il suo operato

di redazione Blitz
Pubblicato il 29 Marzo 2018 - 06:30 OLTRE 6 MESI FA
Paolo Gentiloni rivendica il suo operato

Paolo Gentiloni (Foto Ansa)

ROMA – Paolo Gentiloni rivendica la bontà dell’operato del suo governo. “Anche in una delicata transizione politica come quella che attraversiamo” va riconosciuto “al governo uscente” un clima positivo che si è raggiunto anche perché “non siamo mai stati profeti di sventura”.

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Il presidente del Consiglio parla del ReI, allude chiaramente alle parole d’ordine sul reddito di cittadinanza e lancia un altrettanto chiaro monito: “Non dobbiamo buttare al mare il lavoro fatto, visto che funziona. Non possiamo permetterci una fiera delle velleità che ci porterebbe fuori strada”.

Il ‘la’ era stato dato da Tito Boeri. “Spero che chi si batte per queste misure rinunci alla tentazione di mettere le proprie bandierine ma si impegni per trovare maggiori risorse”, erano state le parole del presidente Inps chiudendo la presentazione del primo bilancio di ministero del Lavoro e Inps sul Reddito di inclusione. Un esplicito appello alle forze politiche che hanno “imbracciato la bandiera del reddito minimo”, sostanzialmente “rimproverate” per aver “scoperto nelle ultime settimane una misura che già c’è”; e che, se del caso, va implementata.

Gentiloni prende a sua volta la parola spiegando di voler “cogliere l’occasione per qualche riflessione e per tirare le file sulle sfide sociali affrontate e che ci sono davanti”, muovendo da “due consapevolezze”, la prima delle quali è che “il Paese si è lasciato alle spalle la crisi più difficile dal dopoguerra, e ora i dati economici positivi fanno ben sperare sulle prospettive dell’economia italiana e sull’espansione nell’Eurozona, che credo debba interessarci anche per un indice dispersione che è il più basso da almeno 22 anni”. “Oggi – segnala il presidente del Consiglio – possiamo contare su congiuntura stabile, anche – rileva – in una delicata transizione politica come quella che attraversiamo”.

Un bilancio “positivo per il governo uscente: non siamo mai stati – rivendica Gentiloni – profeti di sventura e quanto abbiamo ottenuto lo si deve anche all‘impegno di imprese, famiglie, comunità, e alle
misure dei governi di questi anni”.

La seconda consapevolezza che Gentiloni mette in chiaro è più problematica: “Siamo lontani dal tradurre un contesto positivo in miglioramenti stabili e diffusi. L’economia – sintetizza l’inquilino di Palazzo Chigi – va meglio ma la società ancora no e si può dire che l’espansione non coincide automaticamente con la riduzione delle diseguaglianze”. Di quelle, insomma, che Gentiloni chiama “le ferite sociali”.

In questo quadro arriva la “centralità delle misure per il contrasto alla povertà” ed è importante “e positivo” – concede Gentiloni – “che molto se ne parli, o che si parli di reddito minimo”. Certo, chiarisce, senza dimenticare che quella misura c’è già “e dopo appena tra mesi si può dire che il Reddito di Inclusione funziona. Era scontato? No. E dal primo luglio ne aumenterà la platea”.

Dal generale si passa al concreto, pur senza accenni diretti a questa o quella forza politica. Si passa a dire che il ReI “è una misura da difendere, nazionale, strutturale e non passiva” e che “non parliamo di buone intenzioni, che fioccano sull’argomento in questa fase, ma di fatti”.

Ecco allora l’indicazione di marcia per le maggioranze e il governo che verranno, quando il Paese si troverà “nelle prossime settimane davanti a un bivio”. È vero che “c’è moltissima strada da fare e l’elettorato l’ha registrato” ma, osserva Gentiloni, “la strada imboccata è quella giusta”.