“Me ne frego del Colle”, Verdini fa marcia indietro: “Ma senza Berlusconi nessun governo è possibile”

Pubblicato il 5 Dicembre 2010 - 10:28 OLTRE 6 MESI FA

“Una mistificazione clamorosa”. Così il coordinatore del Pdl Denis Verdini definisce in un’intervista al Giornale il suo ”me ne frego” all’indomani delle polemiche che ne sono scaturite: dopo un ragionamento di un’ora, spiega, ”sono stato impiccato a una frase”.

”Ho spiegato a lungo – afferma -, più volte e in modo approfondito le prerogative del capo dello Stato, ho citato la Costituzione, ho ricordato che in passato il Pci battagliò con il Quirinale fino a chiedere l’impeachment di un presidente. Una lunga rievocazione storica e a quel punto ho detto: politicamente i partiti se ne fregano delle prerogative altrui perché hanno le loro”.

Non è stato, sottolinea, un attacco al Quirinale che ribadiva le ”competenze esclusive del presidente della Repubblica” perché ”ho pronunciato quella frase verso le 19, ignoravo che dopo un’ora e mezzo il Colle avrebbe diffuso quella nota. C’è stata la strumentalizzazione di una battuta fuori contesto e un montaggio sbagliato dei fatti come se volessi replicare a Napolitano. Ma quando mai”.

”E’ diritto del presidente – prosegue – verificare se esiste una maggioranza alternativa. Ma a questo punto il problema è politico: mandare all’opposizione i partiti che hanno vinto le elezioni sarebbe gravissimo, un caso senza precedenti nella storia repubblicana. Fini prefigurava un ribaltone e sembrava parlasse in nome di Napolitano. Il quale invece ha voluto sotto lineare la propria autonomia”.

“La fiducia, anche risicata, sarà un segnale importante di stabilità che potrà indurre altri al senso di responsabilità individuale per completare la legislatura, che è quanto serve al Paese. E poi, qual è l’alternativa? Un governo da Vendola a Fini passando per Di Pietro, Bersani e i centristi?

Nessun governo, conclude, sarebbe possibile senza Berlusconi: ”sarebbe un ritorno indietro della democrazia bipolare”.

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