Grillo insiste: “Uscire dall’euro non è tabù, parliamone”

Pubblicato il 20 Aprile 2012 - 18:33 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – ''Diminuire gli interessi sul debito nel medio termine e la contemporanea emissione di nuovi titoli di Stato a basso/medio rendimento sono una 'mission impossible'. Il ricatto è sempre il solito, se non si prosegue su questa strada si esce dall'euro. Ma dall'euro siamo già usciti, l'euro non rispecchia più il valore della nostra economia, al massimo il 60%. Uscire dall'euro non deve essere un tabù. Gran Bretagna e Danimarca sono parte della UE e hanno mantenuto le loro monete. Si può fare, bisogna iniziare a discuterne.

Non è mai troppo tardi per tornare indietro da una strada lastricata per l'inferno''. Beppe Grillo insiste nella sua ricetta e torna a chiedere nel suo blog l'uscita dell'Italia dall'Eurozona ribadendo che ormai sono le banche a possedere l'Italia attraverso gli interessi sul Debito. ''Il debito pubblico è detenuto soltanto per il 14,3% da famiglie italiane. L'85,7% da banche, fondi e assicurazioni e altri investitori. Il 46,2% all'estero, in prevalenza banche francesi, tedesche, inglesi'', scrive Grillo citando dati di Bankitalia.

''Le banche sono i nuovi padroni, per nulla disponibili a rinunciare alla loro libbra di carne. A diminuire gli interessi, ad esempio, o a diluire nel tempo la restituzione del capitale. L'Italia non dispone di sovranità monetaria, non è possibile una svalutazione della lira e un riallineamento conseguente dei titoli alla nostra economia che vale molto meno rispetto al momento della loro emissione. Svalutare la lira equivaleva svalutare i titoli. Oggi non è più così. Abbiamo un cappio al collo che non possiamo toglierci e che – conclude Grillo – stringerà sempre di più se non ristrutturiamo il valore dei titoli che valgono il 20/30% in meno del loro valore iniziale''.