Grillo: “Stop al reato di vilipendio.Napolitano è un cittadino come gli altri”

Pubblicato il 31 Maggio 2012 - 14:36 OLTRE 6 MESI FA

Beppe Grillo (Lapresse)

ROMA – “Il presidente della Repubblica giunto alla fine del suo settennato potrebbe chiedere l’abolizione del reato di vilipendio, o almeno la sua depenalizzazione. Sarebbe un bel gesto con cui farsi ricordare”. Lo scrive Beppe Grillo sul suo blog, in un post in cui sottolinea che ai tempi di Internet “scandagliare il web” alla ricerca di vilipendi appare impresa ardua. Così, anche se per vie traverse, Grillo torna ad attaccare il capo dello Stato. ”Io dovrei aver già accumulato una decina di ergastoli – afferma il comico – Il confine tra satira, critica e vilipendio è materia più indefinibile del sesso degli angeli. Inoltre un cittadino, perché il presidente della Repubblica sarà il primo dei cittadini, ma sempre cittadino rimane, non può essere più uguale degli altri di fronte alla legge”.

Il vilipendio, sostiene Grillo, è “un reato che richiama l’assolutismo monarchico e la figura di Luigi XIV” e deriva “dal Codice Rocco del periodo fascista”. Un reato che, scrive Grillo, “non è rimasto sulla carta, a monito”. E’ stato invocato innumerevoli volte, spesso dai partiti a scopi politici, e anche applicato”.

Il comico a 5 stelle ne ricostruisce l’origine storica e richiama la mitica figura di Giovannino Guareschi che, ricorda, “fu condannato a otto mesi per una vignetta in cui il presidente Einaudi sfilava, invece che tra i corazzieri, tra bottiglioni di Nebiolo”. ”Dai tempi del duce e di Einaudi qualcosa è cambiato – conclude Grillo – E’ arrivato Internet. Per analizzare eventuali vilipendi non sarebbero sufficienti tutti i poliziotti incaricati di scandagliare il web al lavoro per 100 anni. La Rete è troppo grande per essere conosciuta. Che si fa? Si spara nel mucchio alla dove prendo prendo?”.