Guerra aperta nel Pdl. La Russa lancia l’ultimatum a Granata: o ti scusi o te ne vai. Il finiano: niente da scusarmi

Pubblicato il 25 Luglio 2010 - 12:53 OLTRE 6 MESI FA

Si alza la tensione nel Pdl. I fucili dei berluscones sono tutti puntati contro i finiani e in particolare uno: Fabio Granata, nel mirino sull’onda di quanto sostenuto da Gianfranco Fini su esponenti del partito che ostacolerebbero la lotta alla mafia.

Ieri è stato Maurizio Lupi ad attaccare Granata e a chiedere la sua testa. Granta si difende dicendo: se cado io allora cadano anche Cosentino e Verdini. E poi: io sono un capro espiatorio che senso ha rimanere?

Oggi lo stesso Silvio Berlusconi ha chiesto che finiscano le “contrapposizioni correntizie” nel Pdl e poi è iniziata una guerra aperta tra il coordinatore del Pdl, Ignazio La Russa e lo stesso Granata. Il ministro ha chiesto a Granata di chiedere scusa o di andarsene e Granata ha replicato che non ha alcuna intenzione di chiedere scusa. Ma il caso sta diventando sempre di più un regolamento di conti tra finiani e berluscones.

Granata a Repubblica: io capro espiatorio, che senso ha rimanere? ”Nel Pdl c’e’ bisogno di trovare un capro espiatorio per dimostrare che c’e’ una congregazione interessata a sabotare il partito” e Fabio Granata, intervistato da La Repubblica, riconosce che potrebbe essere il capro espiatorio che si sta cercando e lo fa proprio all’indomani dell’apro scontro con il berluscones Maurizio Lupi.

Se le motivazioni legate alla eventuale espulsione, oltre che di Granata anche di Italo Bocchino, dovessero essere legate al fatto che i due hanno ”chiesto la verita’ sulle stragi di mafia, di scindere la responsabilita’ giudiziaria da quella politica e di esprimere la necessita’ di una democrazia interna”, allora, ”dovremmo essere noi a chiederci che ci stiamo a fare nel Pdl” commenta il vicepresidente della Commissione Nazionale Antimafia.

Secondo Granata, nel partito ci sono delle ”menti raffinatissime e tra loro anche quegli ex colonnelli di An che vogliono evitare che si apra una nuova fase che azzeri gli attuali vertici”, che punta alla rottura del partito. Il prossimo a finire nell’occhio del ciclone, secondo Granata sara’ Gianni Alemanno che ”ha sparigliato in modo intelligente e ora verra’ indicato al pubblico ludibrio come potenziale traditore della leadership di Berlusconi”.

La Russa a Granata: chieda scusa o se ne vada. “Dico all’amico Fabio Granata – afferma La Russa – o dici nomi, cognomi o almeno dai indizi forti sui pezzi del governo che starebbero ostacolando la lotta alla mafia, e in quel caso io non potrei stare un minuto di piu’ nel governo se una cosa del genere fosse vera, oppure tu chiedi scusa o lascia il partito”.

”O Granata ha elementi per sostenere che nel governo ci sono persone che ostacolano le indagini sulla mafia – aggiunge il ministro della Difesa – e allora sono io che me ne vado dal Pdl, perché me lo imporrebbe la mia storia. Ma deve fornire i nomi, non dico una prova giudiziale ma indizi forti. Altrimenti la sua è, come io penso, una frase da quaquaraquà, pronunciata per finire sui giornali. E allora non servono i probiviri, perchè Granata sarebbe incompatibile politicamente per una coabitazione nel Pdl”.

”Lo strappo con Gianfranco Fini – aggiunge poi La Russa – e’ stato doloroso soprattutto per noi. Per chi come me, Gianni, Altero e Maurizio, ha condiviso insieme tante tappe di un percorso. Se i ‘neo finiani’ dediti alla loro crescita e alle ambizioni personali avessero piu’ rispetto per la nostra storia avrebbero piu’ ritegno nel fare certe dichiarazioni”.

“Io – dice – non conosco i partiti del sud America, ma quelli dell’ottocento. E allora posso dire che le accuse a noi mosse sono le piu’ variegate, ma nessuno si e’ mai sognato di dire che il nostro capo fa politica per diventare ricco o che il Pdl fa cose illecite per autofinanziarsi. Questi erano i mali del passato, dei partiti dell’ottocento”.

Fini nel governo al posto di Scajola. Poi La Russa auspica un riavvicinamento tra i due cofondatori del Pdl e lancia un’idea: “Sono ancora pronto a spendermi perche’ si trovi un accordo tra Fini e Berlusconi. Non credo che si possano fissare regole e regolette per governare la guerriglia esistente, pero’ esiste forse un corridoio molto stretto perche’ vi esploda il clima che fece nascere il Pdl. Facciamo ad esempio un’ipotesi fantascientifica: se Fini e Berlusconi si trovassero d’accordo che Fini entri nel governo, magari al ministero delle Attivita’ produttive, lasciando la carica istituzionale per svolgere un ruolo anche nel partito, la situazione cambierebbe radicalmente. So che e’ molto difficile, ma se si chiudesse anche questo spiraglio avrebbero ragione i pessimisti”.

Granata a La Russa: niente di cui scusarmi. ‘Non ho davvero nulla di cui scusarmi”. Il deputato finiano Fabio Granata risponde cosi’ al ministro della Difesa Ignazio La Russa. ”Le verita’ che ho detto – aggiunge Granata – sono oggettive e sostenibili in qualsiasi sede, anche in quella (se esiste) dei probiviri del Pdl dove La Russa e gli ex amici di An potranno chiedere con forza la mia espulsione e ribadire la loro fraterna solidarieta’ a Verdini e Cosentino”.

‘La Russa continua a strumentalizzare affermazioni serie ed equilibrate da me portate avanti nel contesto della Commissione Antimafia e che erano riferite all’inopinata negazione da parte della Commissione ministeriale presieduta da Alfredo Mantovano del regime di protezione per Spatuzza, considerato attendibile – ricorda Granata – da ben tre Procure sulla questione delle stragi del ’92”. ”Diniego che – prosegue il deputato finiano – era stato letto da piu’ parti come una forma di deterrenza rispetto alla sua collaborazione”. Ma Granata e’ un fiume in piena.

”Visto che La Russa mi chiede spiegazioni sulle mie affermazioni – aggiunge – gli dico anche che io mi riferivo alle decine di esternazioni contro le Procure di Caltanissetta e Palermo colpevoli di cercare irriducibilmente la verita’ sulle stragi. E, per avere i nomi, La Russa puo’ semplicemente consultare le agenzie di stampa degli ultimi due mesi”. ”Poi – sottolinea Granata – mi riferisco anche ad un ddl sulle intercettazioni, difeso con forza dal governo in una stesura originale che, per quanto riguarda le intercettazioni telefoniche ambientali, avrebbe indebolito lo strumento piu’ importante per le indagini di mafia, se non fosse intervenuta la nostra volonta’ radicale di modificarlo”.

“Mi riferisco inoltre – afferma sempre il parlamentare vicino a Fini – alle decine di attestazioni di stima e solidarieta’, anche da parte di esponenti del governo, dopo una condanna a sette anni a Marcello Dell’Utri per associazione mafiosa e dopo la sua ennesima proclamazione ad ‘eroe’ di un mafioso conclamato come Mangano”. ”Potrei continuare ancora – conclude Fabio Granata – ma non ho certo nulla di cui scusarmi, poiche’ queste verita’ e tante altre sono oggettive e sostenibili in qualsiasi sede, anche in quella (se esiste) dei probiviri del Pdl dove La Russa e gli ex amici di An potranno chiedere con forza la mia espulsione e ribadire la loro fraterna solidarieta’ a Verdini e Cosentino”.

Mantovano: esigo che Fini si esprima sulle parole di Granata. ”Le dichiarazioni di Granata sono di una gravita’ assoluta. Non devo ricordare a nessuno la mia storia personale. Io, da esponente del governo ma soprattutto da componente della Camera dei Deputati chiedo al presidente della Camera Gianfranco Fini che, in avvio della prossima seduta che lui presiedera’, dica qualcosa sul punto”. Lo afferma Alfredo Mantovano, sottosegretario all’Interno replicando alle dichiarazioni del vice presidente della commissione antimafia Fabio Granata. ”Lo esigo – aggiunge Mantovano – in base alla mia storia personale e alla vicinanza allo stesso Fini con cui abbiamo condiviso un percorso ed in base all’azione di governo che si sta facendo da due anni a questa parte. L’antimafia delle chiacchiere fa danni perche’ delegittima il lavoro delle forze polizia”.

Alemanno: è ora che Granata vada a farsi un giro fuori. ”Ho sentito quanto ha detto Granata contro Mantovano, un membro della nostra comunita’. Io credo che siano necessarie due cose: primo che Fini e tutti coloro che hanno intenti costruttivi prendano le distanze da Granata ma credo anche, e mi duole dirlo, che sia tempo che Granata vada a farsi un giro fuori”. Lo afferma il sindaco di Roma Gianni Alemanno nel suo intervento al convegno dei circoli Nuova Italia.

”Credo che sia il tempo – prosegue il primo cittadino della Capitale – che, salvo ripensamenti drastici dell’ultima ora, Granata si vada a fare un giro fuori dal nostro ambiente. Siamo stanchi – conclude – di dove parlare di niente, di illazioni, vogliamo parlare dei problemi degli italiani”.

”La richiesta di Mantovano e’ inevitabile e non provocatoria perche’ Granata e’ vice presidente della commissione Antimafia e ha detto una cosa verso il governo gravissima. Se Fini lo sconfessasse sarebbe certamente un segnale importante per il dialogo nel Pdl”.

Barbareschi: confronti impossibili, è momento finale. ”E’ una situazione da momento finale, il confronto interno impossibile, il pensiero differente pure. Ci sono almeno venti deputati del Pdl ufficialmente schierati con Berlusconi, ma pronti a passare altrove. Non tutti hanno il coraggio di parlare, molti aspettano”. E’ quanto afferma Luca Barbareschi, intervenendo sulla vicenda del finiano Fabio Granata per il quale il premier avrebbe chiesto l’espulsione.

”C’e’ un atteggiamento brutto verso chiunque abbia qualcosa da dire, vedi Granata, Bocchino, Augello e me. Al Cda della Rai – dichiara – mi hanno persino bloccato una fiction gia’ sul set da sei settimane (Il sogno del maratoneta con Luigi Lo Cascio ndr). Un atteggiamento che mi sembra pericoloso piu’ per loro: non tenere conto di un malumore lungo oltre un anno su questioni come quella morale o sulla legalita’ e’ miope”.

”A loro – spiega – consiglierei di leggere i giornali stranieri o di viaggiare di piu’. Si accorgerebbero della visione che c’e’ dell’Italia in questo momento”. ”Confrontiamoci – conclude Barbareschi – sul futuro del paese, sulle piattaforme petrolifere che si vogliono installare al largo della Sicilia, sullo sviluppo economico, sulla banda larga e prescindiamo finalmente dagli interessi personali del premier”.