Guerra, e al giorno 77 l’Italia passò dall’altra parte. Lega, M5S e Leu: no alle armi. Tranne quelle di Putin

Guerra, secondo Salvini "La vogliono solo Usa e Gb". Conte: "Basta!" . Basta armi all'Ucraina è la posizione di Lega, M5S e Leu. Cioè della maggioranza della maggioranza parlamentare del governo Draghi. Non è un gioco di parole, è che al giorno 77 di guerra l'Italia scivola dalla parte opposta rispetto a quella con cui aveva cominciato.

di Lucio Fero
Pubblicato il 11 Maggio 2022 - 10:27| Aggiornato il 13 Maggio 2022 OLTRE 6 MESI FA
Guerra, e al giorno 77 l'Italia passò dall'altra parte. Lega, M5S e Leu: no alle armi, tranne quelle di Putin

Guerra, e al giorno 77 l’Italia passò dall’altra parte. Lega, M5S e Leu: no alle armi, tranne quelle di Putin FOTO ANSA

Come la guerra ha trasformato la maggioranza in opposizione è il titolo di fredda cronaca e per nulla immaginifico di puntuale, preciso articolo di Lina Palmerini sul Sole 24 Ore. La maggioranza politica e parlamentare su cui poggia (poggiava?) il governo Draghi è alla netta, dichiarata e rombante opposizione di quel che Draghi fa e di ciò su cui Draghi si impegna. Draghi che ha ricevuto da Biden impegni Usa su forniture energetiche all’Europa e impegni della Casa Bianca a cogliere il primo cenno di voglia di trattative che dovesse venire da Mosca.

Draghi che ha offerto impegni italiani a favorire in ogni modo, a mostrare disponibilità e attesa e ansia di negoziati e insieme impegni ad aiutare le resistenza armata degli ucraini per la semplice ragione che, senza Ucraina che resiste in armi, non c’è negoziato ma capitolazione. Ma, pubbliche prese di posizioni alla mano di Salvini, Conte e Leu, Draghi non ha dalla sua la maggioranza parlamentare per mantenere questi impegni. Al 77° giorno di guerra, come da maledetta tradizione, sta già passando dall’altra parte rispetto alla parte nella quale la guerra l’aveva cominciata.

Putin pensava di dividerci, ha fallito

Così ha detto Draghi a Biden, si riferiva ovviamente a Macron, al cancelliere tedesco, al premier britannico e ai governi tutti (Orban escluso) della Ue e dell’Europa e alle democrazie liberali, all’Australia, il Giappone, la Corea del Sud…Non potrebbe, non può dire altrettanto delle forze politiche e del Parlamento italiani. Divisi, divisissimi, ormai su posizioni, anzi su fronti opposti. Lega, M5S e Leu, la maggioranza della maggioranza di governo, sono esplicitamente e fortemente per non mandare più armi, nessuna arma agli ucraini. Si era partiti dal sì unanime parlamentare (anche della Meloni) alle armi alla resistenza ucraina. Si è poi passati al cavilloso e improbabile sì, ma solo armi difensive. Si è poi cavalcato il grottesco con il sì ma solo armi che sparino corto. Si è finalmente arrivati dove si voleva arrivare e non si aveva sincerità di esplicitamente dire: no alle armi all’Ucraina.

Neutrali, finti

No alle armi all’Ucraina si veste e si mostra come posizione terza tra i due che sparano. Non lo è. Il no alle armi pronunciato e promosso da M5S, Lega e Leu (più Cgil e sventolanti pace a vario titolo) è no alle armi all’Ucraina. Punto. Che in concreto è: niente più armi in Ucraina, tranne ovviamente quelle russe. Nessuno chiede a Putin di interrompere i rifornimenti alle sue truppe. Ovviamente, c’è la guerra. Sarebbe richiesta insensata. Comunque neanche per onor di firma, niente: nessun appello o supplica a Putin perché non mandi più truppe. L’unico flusso bellico che va fermato è quello da Occidente verso e pro Ucraina.

Non è una posizione terza, è, sul campo di battaglia e sul terreno dei fatti concreti, appoggio diretto all’armata di invasione. Che, non a caso, ha come target principale dei bombardamenti ferrovie, depositi, hangar, perfino scuole o monasteri dove possano transitare o essere immagazzinate armi fornite da occidente all’Ucraina. L’Armata di invasione e Putin sanno che per vincere la loro guerra è prioritario ed essenziale che a Kiev non arrivino armi da Occidente. Il no alle armi all’Ucraina di Salvini, Conte, Leu, della maggioranza della maggioranza di governo, condivide l’obiettivo strategico primario dell’Alto comando russo e dà una mano alla vittoria russa sul campo. Quando c’è una guerra, far finta di essere arbitri e arbitri pacifici disarmando l’uno e lasciando armato l’altro è stare con una parte. L’altra parte rispetto a quella con cui l’Italia ha cominciato in questa guerra.

Guerra? La vogliono solo Usa e Gb

Chi l’ha detto? Sì, appena ieri l’ha detto anche la Corea del Nord. Però, in italiano puro l’ha detto un italiano vero. E cioè Matteo Salvini. Si corona e si completa così l’Operazione Politica Speciale partita da qualche settimana in Italia. Usa e Gb guerrafondai, amanti della guerra o forse no ma comunque nella guerra ci inzuppano il pane e la vogliono lunga. Ergo, noi chiamiamoci fuori. Ma la guerra, non l’aveva voluta e scatenata Putin, non è la Russia che ha invaso? La Russia ha invaso? Quel che è stato è stato, non attardiamoci in pignole recriminazioni, ora la guerra “la vogliono solo Usa e Gb”. Questa la posizione, lo schierarsi del leader di uno dei partiti della maggioranza del governo Draghi. Uno solo? No, due: Conte è sempre più fermo nel fermissimo “Basta armi all’Ucraina”. Sulla posizione dei governi occidentali e dalla parte dell’aiuto armato delle democrazie occidentali alla resistenza ucraina ci sono in Italia il Pd (e neanche tutto) Fratelli d’Italia, Italia viva e Forza Italia. Non la maggioranza di governo e neanche una maggioranza parlamentare.

Guerra estenuante? Noi ci siamo già…sfiniti

Intelligence americana, si legge nei titoli dei giornali, ipotizzano guerra lunga ed estenuante (questo l’aggettivo). Non ci vogliono i servizi segreti e neanche occorre grandissimo acume e vasta informazione per formulare questa ipotesi, basta tracciare una facile linea tra i vistosi punti della realtà e si ottiene la figura di una guerra lunga. Estenuante e anche suscettibile di peggiorare nella vastità della sua tragedia. Noi italiani però, almeno stando alla maggioranza delle rappresentanze parlamentari nonché degli ospiti talk-show tv, ci siamo già estenuati. Non stiamo reggendo, non abbiamo retto al martellamento quotidiano serale delle tv e diurno dei social. Ci siamo già sfiniti e quindi conseguentemente sfilati. Senza risparmio, neanche di impudicizia retorica: quell’assessore alla Sanità che Il Fatto Quotidiano esalta perché ha detto: “I soldi per le armi ci sono, quelli per la Sanità no” è un manifesto, un campione, un piccolo eroe della voglia italiana di proteggersi dalla guerra imboscandosi dalla realtà.

E se la realtà dovesse far storie, che farsi male siano gli ucraini e magari libertà e democrazia. Che in fondo non son cose che si mangiano. C’è da difendere i balneari, il Super bonus alle villette, il Reddito di Cittadinanza, il commercio ambulante e non, il racconto delle tasse sulla casa altissime mentre sono le più basse d’Europa, i dieci, cento, abusivismi di necessità, la spesa pubblica cresciuta in 75 anni di 50 volte mentre l ricchezza prodotta cresceva nello steso arco di tempo di sole 12 volte…Roba seria, altro che democrazia e libertà. E poi, diciamola tutta, questi ucraini che continuano a combattere sono irragionevolmente ostinati, stanno diventando molesti. Molesti per la pace s’intende. Quindi basta armarli, per la pace s’intende. Putin? E’ fatto così, che vi vuoi fare…Pensieri, azioni, umori, sentimenti e valori della maggioranza della maggioranza parlamentare.