Le lacrime dell’assessore Marylin Fusco (Idv) sul piano casa: “Falso, io non piango mai”

Pubblicato il 25 Febbraio 2011 - 10:35 OLTRE 6 MESI FA

Foto presa dal sito di Marylin Fusco

MILANO – “Chiariamo una cosa: non ho pianto. Io non piango. Mai. L’unica e ultima volta è stato a settembre 2010, quando è morto mio padre”. Marylin Fusco, intervistata dal Corriere della Sera, vicepresidente della Regione Liguria e assessora all’Urbanistica in quota Idv, da qualche giorno è oggetto di critiche per la sua norma, inserita nel piano casa in approvazione, con la quale si premiava con l’aumento del 35% delle volumetrie chi demoliva un capannone e ricostruiva altrove un palazzo.

Le cronache raccontano di un vertice animato nel quale lei avrebbe pianto, con il presidente Burlando a tentare di farla desistere, e il suo compagno, il deputato Idv Giovanni Paladini, a telefonare al governatore per sostenerla. Lei però smentisce: “Nessun contrasto. Ho solo provato ad ascoltare il territorio e portare le istanze raccolte all’interno del piano casa. Ma sono contro le speculazioni edilizie. Contro le cementificazioni. Sfido tutti a smentirmi. Sono una persona onesta e perbene. Non ho scheletri nell’armadio, io”. Laureata in legge ed ex consulente giuridica in Regione, la Fusco ha esordito in politica nel 2007 come consigliere comunale. Aderisce all’Idv nel 2008: “L’unico partito che non parla in politichese”, spiega.
Con Antonio Di Pietro, infatti, Marylin Fusco ha un rapporto molto forte: “Mi ha sempre sostenuto. Anche in quest’occasione mi ha fatto arrivare la sua solidarietà. Alle Europee mi mise in lista l’ultimo giorno. E io l’ho ripagato con 8 mila e 900 preferenze in un solo mese di campagna elettorale”. Proprio alle Europee si è inventata la “real political life”, un reality show con lei ripresa 24 ore su 24: “È stato un modo per entrare in contatto con tante persone che non avrei mai potuto raggiungere. Un successo, mi creda. Ma che fatica: facevo la chat fino a tarda sera. No, no, lo giuro: nessuno ci ha mai provato con me”.
Bruna, alta, tacchi a spillo, confessa di non sentirsi per nulla simbolo di una femminilità provocante: “Al contrario. Il mio mito è Audrey Hepburn. Non a caso il mio capo preferito è il tubino nero. Eh sì, mi piace curare la mia persona. Ma perché dovrei mascherarmi e nascondere questa mia caratteristica? Sono una donna esperta e capace. Cosa c’entra che sono carina?”. Bella ma non provocante quindi: “Uso solo pantaloni e gonne sotto al ginocchio. Chi mi critica non sa davvero a cosa appigliarsi”. E parafrasando Jessica Rabbit ironizza: “Non è colpa mia se mi vedono così…”. Sul suo rapporto con Paladini, “che voglio sposare presto”, vede un’ulteriore strumentalizzazione: “Vogliono colpirmi perché sono donna e sono brava”. Ma lei, che si chiama Marylin perché la mamma amava la Monroe, alla fine lancia un avvertimento: “Sì, porto il suo nome, ma state tranquilli, non farò la sua fine”.