ROMA – La Cassazione ha annullato senza rinvio la condanna a due anni di reclusione nei confronti dell’ex sindaco di Roma Ignazio Marino “perchè il fatto non sussiste”. Marino, assolto in primo grado e condannato in appello, era accusato di peculato e falso per la vicenda degli scontrini delle cene di rappresentanza quando era sindaco della capitale.
L’ex sindaco di Roma ha commentato positivamente la sua assoluzione e a caldo ha usato queste parole: “Hanno vinto la verità e la giustizia. Era ora. La sentenza della Cassazione non rimedia ai gravi fatti del 2015, alla cacciata di un sindaco democraticamente eletto e di un’intera giunta impegnati senza fare compromessi per portare la legalità e il cambiamento nella Capitale d’Italia. Una ferita per la democrazia che non si rimargina”.
Per le valutazioni politiche e le responsabilità individuali ci sarà tempo, domani. Oggi è il tempo delle considerazioni personali. E non posso che ripetere a testa alta, come ho sempre fatto, ciò che ho sostenuto dal primo giorno in cui mi sono state rivolte accuse infondate e infamanti: non ho mai utilizzato denaro pubblico per finalità private. E’ piuttosto vero il contrario. E finalmente oggi è chiaro e tutti, anche a coloro che mi hanno infangato provocando dolore e imbarazzo a me e alla mia famiglia”, aggiunge.
Anche il professore Enzo Musco che ha difeso l’ex sindaco di Roma in Cassazione commenta il verdetto: “Sono contento che il pg abbia integralmente sposato la nostra tesi difensiva e abbia ricordato a noi tutti l’autonomia della valutazione giuridica, il che vuol dire che il giustizialismo politico deve rimanere fuori dalle aule dei tribunali”.
“Gli accusatori politici e materiali di questo processo, rappresentanti dell’attuale amministrazione comunale erano gravemente in malafede. A tal proposito invito a rivedere quel video di De Vito pubblicato il due ottobre 2015 dove si evincono le modalità con le quali si volevano acquisire i documenti contabili della Giunta Marino. Finalmente oggi è stato restituito l’onore che merita al professor Marino”, conclude Musco.
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