Il figlio di Ambrosoli replica ad Andreotti: "Mio padre e la difesa del pubblico interesse"

Pubblicato il 10 Settembre 2010 - 11:00 OLTRE 6 MESI FA

da: Il Corriere della Sera

Ieri il senatore a vita Giulio Andreotti aveva detto che Giorgio Ambrosoli, liquidatore dell’impero di Michele Sindona ucciso nel 1979, “se l’era andata a cercare”. Oggi il figlio di Ambrosoli replica ad Andreotti con una lettera al Corriere della Sera in cui esalta la difesa del pubblico interesse da parte del padre.

Umberto Ambrosoli scrive: “In ordine all’esempio di mio padre, come a quelli di tante altre persone che hanno perso la vita agendo nell’interesse del Paese, vengono identificati diversi significati: onestà, senso dello Stato, libertà, consapevolezza, capacità di indignarsi, senso del dovere. Guardiamo quest’ultimo: quell’accezione secondo la quale una persona svolge il proprio dovere, realizza la propria funzione, senza farsi condizionare da nulla e da nessuno. Presupposto del senso del dovere è la responsabilità. Parola questa che etimologicamente significa «risposta» e che non si pone in termini astratti: non è nemmeno un titolo di merito. È piuttosto un debito: verso il mandato, quale che ne sia l’oggetto. È responsabile un genitore in ordine ai figli, un imprenditore verso l’economia e l’esercizio dell’impresa, un lavoratore nell’adempimento delle sue mansioni, uno sportivo per lo svolgimento della sua attività. È responsabile, cioè debitore, in termini più estesi chi ricopre incarichi pubblici: verso la collettività. Ripenso alla lezione di mio padre, riproposta ieri sera in tv da Giovanni Minoli nel programma La Storia siamo noi: il presupposto essenziale per «rispondere» è conoscere l’oggetto della domanda, del mandato”

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