Carceri: il governo pensa a un “indulto” a tempo

Pubblicato il 11 Maggio 2010 - 18:49 OLTRE 6 MESI FA

E’ destinato a cambiare ulteriormente il ddl Alfano sulle carceri riscritto oggi dai tre emendamenti presentati dal governo: altre modifiche saranno presentate come sub-emendamenti della maggioranza. E tra le ipotesi ci sarebbe anche quella di prevedere come misura a tempo, valida fino al 31 dicembre del 2012, la detenzione domiciliare per pene non superiori a 12 mesi introdotta dal ddl.

In questo modo, secondo quanto riferisce l’Ansa, si darebbe la possibilità al governo di realizzare, nel frattempo, la costruzione di nuove carceri e di nuovi padiglioni.

Il piano di Franco Ionta, Commissario straordinario per l’edilizia penitenziaria e capo del Dap, prevede la realizzazione di 21.479 nuovi posti di cui 11.500 entro la fine del 2011 (per un totale di circa 600milioni di euro). L’ultima versione del piano, consegnata alla fine di aprile 2009 al ministro della Giustizia Alfano, dovrà essere presto valutata da un Comitato di indirizzo e controllo presieduto da Alfano e di cui fanno parte il ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli e il Capo del Dipartimento della protezione Civile Guido Bertolaso.

Solo dopo il loro via libera si potranno cominciare a costruire nuove carceri, in deroga alle procedure ordinarie e con la segretazione dei progetti. L’idea che la norma sulla detenzione domiciliare per pene residue di un anno possa essere ‘a tempo’ sembra piacere alla Lega. Che chiederebbe altre modifiche sull’idoneità del domicilio, in modo da fissare ulteriori ‘paletti’. Un altro sub-emendamento, forse a firma di Pdl e Lega, potrebbe riguardare l’assunzione di più forze di polizia (1.500 poliziotti e 1.500 carabinieri) con il compito di eseguire i controlli sui detenuti ai domiciliari.

Problema, quest’ultimo, sollevato dal ministro dell’Interno Roberto Maroni, che la settimana scorsa aveva definito “peggio dell’indulto” la vecchia formulazione del ddl ‘svuota-carceri’. Al momento anche in ambienti del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria si fa fatica, viste le ultime modifiche al ddl, a calcolare con esattezza quanti detenuti potrebbero andare ai domiciliari. A regime potrebbero essere circa 1.500-2000 all’anno.