Milano, il popolo arancione con Pisapia

Pubblicato il 20 Giugno 2011 - 21:59| Aggiornato il 21 Giugno 2011 OLTRE 6 MESI FA

MILANO – Ha applaudito, fischiato o è scattato in ovazioni: il ‘popolo arancione’, protagonista di quel vento di cambiamento invocato dal nuovo sindaco di Milano Giuliano Pisapia, è sceso nuovamente in piazza per il primo Consiglio comunale e, in coro, ha sottolineato i passaggi piu’ importanti dell’insediamento della nuova maggioranza e ha assitito entusiasta al giuramento sulla Costituzione del primo cittadino.

Mentre una piccola folla si è assiepata in Sala Alessi, dove è stata posizionata una postazione video, in oltre 500 si sono accalcati nella piccola piazza San Fedele, alle spalle di Palazzo Marino, per partecipare davanti a un mega schermo a ”una giornata storica, al ritorno della sinistra al comando di Milano”, ha spiegato con un largo sorriso Michele, giovane professionista. Una calca che in poco tempo ha ripulito il banchetto allestito da un ristorante con il suo riso arancione alla zucca, ideato da uno chef per la giornata.

Gli sguardi sono stati ipnotizzati dal video. Pochi minuti e la folla – come non bastasse quel colore che ritornava su capi d’abbigliamento, borse e quant’altro – ha fatto capire che ”qui l’antifona è cambiata”, ha commentato un uomo con la cravatta d’ordinanza arancione. Giovani e meno giovani, uomini, donne e bambini sono infatti esplosi in un lungo e fragoroso applauso al nome del nuovo sindaco, pronunciato dal consigliere anziano Carlo Masseroli che ha presieduto la seduta, mentre una bordata di fischi si è alzata al nome del premier Silvio Berlusconi e di due ‘simboli’ della vecchia maggioranza comunale: l’ex sindaco Letizia Moratti e l’esponente ‘lumbard’ Matteo Salvini.

Intanto, in un’aula da tutto esaurito sulle tribune destinate a giornalisti e fotografi, èentrata la nuova Giunta al completo ed è andata in scena una calorosa stretta di mano tra la Moratti e il suo successore. Poi però i lavori sono andati a rilento, complice anche il sistema per lo scrutinio elettronico che ha fatto ‘cilecca’, scatenando ilarita’ e battute tra gli scranni dell’assemblea. Solo l’arrivo del Comitato Immigrati di Milano e del piccolo corteo formato dai comitati abitanti delle case popolari e dal centro sociale Cantiere ha animato l’attesa.

Poi, alla terza votazione, la prima soddisfazione: l’elezione dello storico esponente della sinistra radicale a Palazzo Marino, Basilio Rizzo, alla presidenza del Consiglio comunale. I 28 voti raccolti gli hanno permesso di raggiungere la maggioranza semplice (nelle prime due serviva la maggioranza qualificata) e un lungo applauso lo ha salutato da dentro e fuori l’aula. In piazza San Fedele gli applausi hanno poi accompagnato numerosi passaggi del suo discorso. Come quando ha annunciato che ”faremo un Consiglio comunale migliore” o quando ha indicato la Costituzione repubblicana, fondata sul lavoro e nata dalla Resistenza, come simbolo da tenere sempre in vista nell’aula o, infine, ha citato come numi tutelari di Milano i cardinali Carlo Maria Martini e Dionigi Tettamanzi.

Dopo oltre due ore e mezza di attesa è infine arrivato il momento tanto atteso: il primo discorso alla citta’ di Pisapia. Venti minuti d’intervento quasi ritmati da un battimani che ha scandito i momenti salienti: dai riferimenti al Presidente della Repubblica e all’arcivescovo di Milano alle parole su legalità, scuole civiche e accoglienza, fino all’annuncio del taglio alle auto blu.

Tutt’altro trattamento e’ stato invece riservato a Letizia Moratti. Neanche il tempo di avvicinarsi al microfono che una bordata di fischi ha sovrastato le sue parole, tanto che l’eco ha penetrato l’atmosfera ovattata dell’aula. Con un ”Ladra, ladra” alcune persone hanno censurato il suo passaggio sullo stato di salute del bilancio comunale prima che un coro di ”’Vai a casa” si levasse in direzione dell’ex sindaco quale ultimo saluto da una piazza ormai semivuota.

(Foto LaPresse)

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