ROMA – Per l’Ilva “queste sono ore delicatissime”: intervistato da Radio Radicale, il vice premier Luigi Di Maio si dice ottimista sul tavolo che si riunisce oggi al ministero dello Sviluppo, “un tavolo che può dare buono risultati. Io credo che ci siano i presupposti”. [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play] Di Maio ha ribadito che la gara presenta profili di illegittimità ma che può essere annullata solo se viene a mancare l’interesse pubblico.
Una “supercazzola”, dice proprio così il ministro citando una battuta del film “Amici miei”, per spiegare l’intrico Ilva (“delitto perfetto” l’aveva definito qualche giorno fa) e chiarire la strategia di intervento del governo, visto che questa davvero è l’ultima chiamata per salvare il complesso siderurgico di Taranto: “Se il tavolo raggiunge risultati su ambiente e lavoro, la gara non può essere revocata per legge”. Cioè creare le condizioni perché l’interesse pubblico si realizzi.
Sciogliere la riserva sulla gara di aggiudicazione ad ArcelorMittal siglata a giugno 2017 e, quindi, andare avanti con la trattativa sul piano occupazionale ed ambientale è la posizione da cui partono i sindacati, che chiedono innanzitutto a Di Maio di chiarire definitivamente la situazione in apertura del tavolo. Resta intanto in piedi lo sciopero unitario proclamato dai sindacati metalmeccanici Fim Fiom Uilm e dall’Usb per l’11 settembre e anche Confindustria si dice pronta ad appoggiare la protesta.
Il countdown è partito e il tempo a disposizione, così come le risorse per il siderurgico di Taranto, sono contati: il 15 settembre scade l’amministrazione straordinaria (già prorogata). Tra il tavolo di oggi e la scadenza di metà mese c’è un altro termine, quello del 7 settembre, giorno che lo stesso Di Maio ha indicato per chiudere la procedura amministrativa per verificare la validità della gara e anche per rendere pubblico il parere dell’Avvocatura dello Stato da lui richiesto. I sindacati si aspettano che lo faccia aprendo il tavolo.