Immigrati, rottura Italia-Ue? Napolitano: “Non scherziamo”

Pubblicato il 11 Aprile 2011 - 11:25 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha espresso al ministro degli Esteri Franco Frattini le proprie preoccupazioni per il futuro dell’Italia in Europa: ”Il mio animo è per un impegno forte dell’Italia in Europa affinché il nostro paese continui tenacemente a perseguire una visione comune ed elementi di politica comune anche sul tema dell’immigrazione. Tutto questo senza nemmeno prendere in considerazione posizioni di ritorsione o dispetto o addirittura ipotesi di separazione”.

Il capo dello Stato è preoccupato dalle dichiarazioni fuori misura di esponenti del governo di fronte alle difficoltà opposte dall’Unione Europea e da alcuni paesi membri alla richiesta italiana di condividere con l’Italia il problema del forte afflusso di immigrati dalle coste nord-africane.

A Budapest, all’incontro con i capi di Stato che aderiscono all’iniziativa ”Uniti per l’Europa”, Napolitano aveva affermato pubblicamente, e poi lo aveva detto direttamente al suo omologo tedesco, Christian Wulff: “Occorre che l’Europa ricerchi soluzioni efficaci e metta in campo la sua coesione”.

Delle preoccupazioni del capo dello Stato hanno parlato i quotidiani italiani. Il Corriere della Sera e La Repubblica riportano più o meno la frase del presidente della Repubblica, che invita a non prendere cosi’ alla leggera il rapporto con l’UE e a frenare dichiarazioni troppo accese e prese di posizioni che non tengono pienamente conto della normativa europea.

Il Corriere della Sera riferisce che il presidente della Repubblica è stato spinto a esprimere i suoi ”timori” al ministro degli Esteri, Franco Frattini, ”dopo aver sondato il rappresentante diplomatico italiano presso la UE, l’ambasciatore Ferdinando Nelli Feroci” e di fronte alle dichiarazioni degli ultimi gironi di Berlusconi, Maroni e Calderoli che hanno ipotizzato una possibile separazione dell’Italia dall’UE, una uscita da Schengen e il ritiro del contingente italiano dal Libano.

”Per il capo dello Stato – scrive il Corriere – un conto è criticare una certa ‘deriva involutiva’ dell’Unione: problema che esiste e che ha ripetutamente denunciato nei fori internazionali, così come non gli sfuggono certe ‘illusioni di autosufficienza’ emerse ad esempio da recenti scelte (dettate anche da sfide di politica interna) del presidente francese Sarkozy o della cancelliera tedesca Merkel. Un altro conto, invece, è sgangherarsi in sortite esasperate, improvvide e senza costrutto”.