Continua lo scontro tra governo e Vaticano sul tema dell’immigrazione. Ieri il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, aveva detto che l’esecutivo italiano sarà più duro di quello francese nelle espulsioni e che oltre ai rom prenderà di mira tutti gli immigrati. Alle sue parole aveva fatto seguito il monito della Cei: no alle espulsioni indiscriminate. Oggi altri esponenti del governo tornano sull’argomento appoggiando la “linea dura” di Maroni e dalle finestre di Castel Gandolfo è il Papa in persona ad ammonirli durante l’Angelus con un messaggio molto chiaro: è sbagliato emarginare i più deboli, è doveroso accogliere chi ha bisogno di una mano. Perché “Dio abbassa i superbi e i potenti di questo mondo e innalza gli umili”.
Lo scontro che si sta producendo, a dir la verità, è più che altro uno scontro la due marketing, tra due interessi. Quello di Maroni, della Lega e in generale del governo che deve dare delle risposte ai suoi elettori, in gran parte gli ex proletari che negli anni’60 votavano Pci, che si sentono minacciati dagli stranieri per il lavoro e chiedono giustizia. Dall’altro l’interesse del Papa che, oltre ad essere portatore di un messaggio cristiano che annovera tra i suoi dogmi quello della carità, non può e non vuole “inimicarsi” i moltissimi neri nel mondo e soprattutto in Africa che da secoli i missionari tentano di evangelizzare”.
Papa. Salutando i pellegrini di lingua francese presenti alla celebrazione a Castel Gandolfo, il Papa ha ricordato come appartenga al messaggio cristiano l’accoglienza verso le genti di tutte le nazioni e di tutte le culture, e quindi verso “le legittime diversità umane”. “I testi liturgici di oggi – ha scandito il Pontefice in francese – ci ripetono che tutti gli uomini sono chiamati alla salvezza”. “Contengono quindi – ha aggiunto Benedetto XVI – un invito a saper accogliere le legittime diversità umane, seguendo Gesù venuto a riunire gli uomini di tutte le nazioni e di tute le lingue. Cari genitori possiate educare i vostri figli alla fraternità universale”.
Moratti: più duri anche con i comunitari. ”Si’ alle espulsioni, no ai rimpatri volontari e assistiti, quasi sempre senza esito, per chi viola la direttiva che fissa i requisiti per chi vive in un altro Stato membro: reddito minimo, dimora adeguata e non essere a carico del sistema sociale del Paese che lo ospita”. Il sindaco di Milano Letizia Moratti appoggia la linea in materia di immigrazione annunciata ieri dal ministro dell’Interno Maroni. Intervistata dal Corriere della Sera, Moratti sottolinea l’importanza di intervenire sul reato di clandestinita’. ”In questo momento un clandestino che ha altri reati pendenti deve rimanere sul territorio italiano fino a quando non e’ stato giudicato e ha scontato la pena nel nostro Paese”, spiega.
”Abbiamo chiesto al governo di assorbire i reati come scippi, rapine e violenze nelle norme sulla clandestinita’, in maniera tale che sia possibile l’espulsione immediata anche quando il clandestino deve rispondere di altri reati”. Sulla linea adottata dalla Francia, ”Sarkozy si sta occupando di una questione importante per la quale dovrebbe esserci piu’ consapevolezza da parte dell’Unione europea rispetto a quelle nazioni che subiscono maggiormente la pressione migratoria”, afferma Moratti. ”Si parla 1,5 milioni di africani che premono principalmente sulle coste italiane, spagnole e francesi. E’ importante rafforzare la politica degli accordi con gli Stati ma anche prevenire l’immigrazione, aiutando le organizzazioni umanitarie con progetti di formazione, sostegno al lavoro avvio all’imprenditorialità”.
Mantovano: espulsi stranieri senza reddito. ”Abbiamo sostenuto l’integrazione, ma vogliamo poter cacciare chi non vuole integrarsi e non e’ in grado di mantenersi con un lavoro onesto”. A sostenere la posizione espressa ieri dal ministro Maroni e’ anche il sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano, che auspica un’apertura da parte dell’Ue. ”L’Italia e’ avanti rispetto alla Francia”, dice Mantovano in un’intervista al Giornale. ”Con il pacchetto sicurezza possiamo rispedire a casa i criminali, anche comunitari. Ora Bruxelles deve consentirci di farlo con i cittadini che non si sostentano da soli. Maroni – sottolinea – tornera’ alla carica, e con l’appoggio della Francia, che sta operando scelte in questa direzione, forse i rapporti di forza potrebbero cambiare”. ”La Ue critica le iniziative dei singoli paesi ma non si assume la responsabilita’ di concordare fra tutti i membri una politica organica”, denuncia Mantovano. ”Siamo stati soli con i rom e siamo ancora soli nelle trattative con la Turchia e la Libia. La Ue critica, ma non sa decidere”.
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